Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  giugno 17 Lunedì calendario

L’ossessione di Trump per la Londra di Khan


Quella di Donald Trump per Londra – e per il suo sindaco Sadiq Khan – è ormai una vera ossessione. Il presidente americano è tornato a lanciare una raffica di tweet contro il primo cittadino della capitale britannica, dandogli della «disgrazia nazionale» che «sta distruggendo Londra». Il motivo del nuovo attacco sta nell’ultima serie di delitti che hanno insanguinato le strade della città sul Tamigi: nelle scorse 48 ore ci sono stati tre morti e tre feriti in cinque diversi incidenti. E così il bilancio complessivo, dall’inizio dell’anno, è arrivato a 56 persone assassinate. Ma allora ha ragione Trump? Sicuramente, se si guarda alle statistiche, Londra è diventata una delle città più violente del mondo occidentale, peggio pure di New York. E in tanti accusano il sindaco Khan di essere debole nei confronti del crimine. Ma Londra è una metropoli di nove milioni di abitanti, grande da sola praticamente come una nazione europea quale la Svezia o la Grecia: non sorprende dunque che vi si annidino fenomeni di criminalità violenta legata soprattutto agli scontri fra gang di quartiere in lotta per il controllo del territorio e dei punti di spaccio della droga.
Perché questo è il punto: non bisogna certo immaginare che la gente venga accoltellata mentre va a passeggio per Oxford Street. I delitti si verificano sempre in situazioni legate a degrado e criminalità, per lo più in quartieri periferici. Certo, molto andrebbe fatto per contrastare meglio questi fenomeni: ma la Londra capitale europea del turismo, della cultura e della finanza non si lascia certo inceppare. E continua anzi a prosperare. Infatti il nodo della contesa fra Trump e Khan è politico. Al presidente americano non va giù che ci sia una città di successo, multietnica e multiculturale, fondata sull’integrazione degli immigrati. E per di più governata da un sindaco musulmano. Praticamente tutto l’opposto di ciò che Trump propugna.