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 2019  giugno 17 Lunedì calendario

Picchiati per una t-shirt antifascista

«C’avete le magliette del Cinema America. Ma che siete antifascisti?». Nemmeno il tempo di rispondere, che è partita la prima bottiglia di birra. Valerio Colantoni, 23 anni, è stato colpito in faccia. Poi è toccato a David Habib, ventenne, che quella maglietta inconfondibile, bordeaux con lo stemma del «Rione Trastevere», l’aveva indossata come sempre anche sabato per andare con i suoi amici in piazza San Cosimato, all’arena del Piccolo America. Proiettavano «First reformed» di Paul Schrader, presente in platea con quella t-shirt addosso. «Te la devi levare, e ve ne dovete andare da qui!», ha gridato ad Habib uno dei due giovani che alle 4 di notte li avevano incrociati in via di San Francesco a Ripa.
Un incontro forse non casuale. Forse li stavano seguendo, e con loro altri sette-otto ragazzi spuntati dai vicoli, che si sono accaniti su David, Valerio e due amici della comitiva: spintoni, calci e pugni. Habib è stato preso in pieno da una testata in faccia. Lui e gli altri si sono messi a correre fino al Pronto soccorso del Nuovo Regina Margherita, il branco li ha tampinati per un po’, poi è sparito.
I carabinieri della compagnia Trastevere, che ieri pomeriggio hanno parlato all’ospedale Fatebenefratelli con Habib, ricoverato per la frattura del setto nasale, già indagano per identificare gli aggressori. «Erano giovani vestiti come quelli di Roma Nord, alcuni con la testa rasata, con molti tatuaggi, fra i 20 e i 30 anni – rivela Valerio Carocci, uno dei fondatori dell’associazione Piccolo America —. La nostra realtà fa paura alle destre romane perché è riuscita a portare nelle periferie, come Ostia e Tor Sapienza, che loro pensano di controllare, migliaia di persone. Perché parla anche a chi è di destra, con un linguaggio che non è quello solito di sinistra, perché crea luoghi di inclusione, antirazzismo e solidarietà». I carabinieri potrebbero acquisire alcune delle numerose telecamere di videosorveglianza che si trovano fra San Cosimato e viale Trastevere per ricostruire le fasi di quello che sembra un agguato. Oltre ad Habib, che ha sempre partecipato alle attività del Cinema America, in ospedale è stato medicato anche Colantoni, ferito dalla bottigliata al sopracciglio destro. Illesi gli altri due giovani. Oltre al movente della maglietta, chi indaga sta valutando quello di un’aggressione a sfondo antisemita – Habib è ebreo – e razzista visto che uno dei suoi amici presi di mira è di colore.
Il sospetto
Si segue anche la pista del razzismo: una
delle vittime è ebreo
e l’altro è di colore
Ieri sera mobilitazione in piazza a Trastevere con centinaia di giovani con la maglietta del Cinema America. C’era anche l’attore britannico Jeremy Irons. Domani in Campidoglio la indosseranno invece i consiglieri del Pd. «Piena solidarietà ai ragazzi aggrediti. Un atto vile e barbaro, che bisogna condannare fermamente. Il pensiero e la libertà di espressione nulla hanno a che vedere con la violenza. Roma è una città aperta e inclusiva», ha twittato la sindaca Virginia Raggi, mentre il governatore del Lazio e segretario Pd Nicola Zingaretti ha annunciato su Instagram: «Siamo tutti il Cinema America! Ho indossato anche io la loro maglietta. Facciamolo tutti! Siano al più presto individuati gli squadristi di questa notte. A Roma non si può accettare una violenza così». E sul caso è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte: «Episodio gravissimo, aggrediti perché non hanno ceduto a un gesto di sottomissione». Per la Comunità di Sant’Egidio, infine, si è trattato di «un agguato di stampo fascista. È il preoccupante sintomo di un crescente clima di intolleranza, di razzismo e di violenza che si sta diffondendo dalla periferia al centro della città con troppa facilità perché non trova davanti a sé un argine culturale capace di contrastarlo. Siamo preoccupati per la tenuta civile e morale di Roma che, per la sua storia, si merita ben altro».