Anteprima, 17 giugno 2019
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Biografia di Franco Zeffirelli
Franco Zeffirelli (1923-2019). Regista. Morto sabato nella sua casa di Roma. Aveva 96 anni ed era malato da tempo. È stato regista cinematografico, teatrale e lirico, sceneggiatore e anche uomo politico. Fu senatore per il centrodestra. Considerato un grande maestro del Novecento. Era nato a Firenze il 12 febbraio del 1923, figlio naturale del commerciante di stoffe Ottorino Corsi, all’epoca sposato con altra donna, e della sarta Alaide Garosi Cipriani, rimasta incinta quando era ancora sposata a un avvocato gravemente malato e divenuta vedova durante la gravidanza. «Ha tenuto testa a una città intera. Tutti lo sapevano: il bimbo nel suo grembo non poteva essere del marito, che si stava spegnendo in sanatorio […] Infatti sono “figlio di ignoti”, N.N. (nescio nomen, ndr). Ma c’era una regola: i cognomi degli illegittimi venivano scelti a partire da una lettera, a rotazione. In quei giorni era il momento della ‘Z’. Cosi mia madre suggerì che mi chiamassero “Zeffiretti”, da un’aria di Mozart da lei molto amata. Nella trascrizione, l’impiegato fece un errore, mise due “l” al posto delle “t”. Così io divenni Zeffirelli». Aspirante scenografo nell’Italia del dopo guerra venne notato da Luchino Visconti: «Ho iniziato proprio con lui il mio percorso di scenografo nel Troilo e Cressida, allestito nel Giardino di Boboli. Un progetto enorme e con un cast eccezionale. C’erano tutti gli attori del teatro italiano: Paolo Stoppa, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Franco Interlenghi, Rina Morelli, Giorgio Albertazzi al suo esordio. Una grande esperienza che ha determinato il mio futuro» (a Riccardo De Palo). Ad Anna Magnani deve invece il suo esordio cinematografico nell’estemporanea parte dell’attore, nel film L’onorevole Angelina (1947). Agli anni Cinquanta risalgono i suoi esordi da regista: nel 1951 debuttò infatti nel teatro di prosa con Lulù di Carlo Bertolazzi, nel 1953 nella regia lirica con La Cenerentola di Rossini e nel 1957 nella regia cinematografica con la commedia leggera Camping. Nel segno di Shakespeare, poi, nacquero i suoi primi grandi film: La bisbetica domata (1967) e il capolavoro Romeo e Giulietta (1968): «Ricordo con grande piacere che, quando il film uscì, i critici inglesi scrissero: “L’Inghilterra ha dovuto aspettare un italiano per capire come rappresentare Shakespeare!”». Seguono poi, fra gli altri: Fratello sole, sorella luna, Gesù di Nazareth, The Champ, La Traviata. E poi Otello, Storia di una capinera (da Verga), Un tè con Mussolini etc. L’ultimo lavoro del regista, da tempo costretto in sedia a rotelle, è stata la regia di una nuova Traviata che aprirà la stagione del Festival lirico all’Arena di Verona venerdì prossimo. Celibe, omosessuale dichiarato – convisse per diversi anni con Luchino Visconti nella sua famosa villa sulla Salaria a Roma – fervente anticomunista, profondamente credente, ha avuto due figli adottati da adulti: «Pippo e Luciano hanno il mio nome, li ho tirati su con i problemi che tutti i figli creano. Dei figli “veri” non potrebbero essere migliori di loro».
«Non ho venduto l’anima per il successo. Ho dato il culo per fare carriera, ma non ho rimorsi: fu piacevole» (a Piera Anna Franini).