Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  giugno 16 Domenica calendario

Cent’anni per rimpatriare gli irregolari

REGGIO CALABRIA – Inefficace e controproducente in Italia, pericoloso fuori dai confini. Se il decreto sicurezza, voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha come fine il contenimento dell’immigrazione illegale, non serve. Anzi, ottiene l’effetto opposto. E lo dicono i numeri. «In Italia ci sono circa 600mila irregolari, ma ci vorranno più di 100 anni per rimpatriarli tutti». Parola del presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, intervenuto ieri alla XXI Conferenza Europea della Fondazione Rodolfo Debenedetti (Rdb), organizzata a Reggio Calabria. Sono i numeri a dirlo: «L’anno scorso – spiega Blangiardo, incalzato dall’ex presidente dell’Inps e volto di Rdb, Tito Boeri – sono state respinte 45mila richieste di asilo, ma i rimpatri sono stati solo 5mila». Traduzione, in Italia ci sono 40mila irregolari in più. E con le politiche restrittive del Viminale, aumenteranno. A detta dell’Ispi, ricorda Boeri, nel 2020 saranno più di 700mila le persone che in Italia non avranno la possibilità di lavorare, affittare una casa o accedere all’istruzione in modo regolare, di fatto costrette all’illegalità. Attraversare il Mediterraneo poi è diventato molto più pericoloso. Da quando il governo Conte si è insediato il rischio di morte è aumentato in modo esponenziale, dal 2,2% al 10 %. E sono sempre le fredde cifre – messe insieme nello studio presentato ieri dai ricercatori Francesco Fasani e Tommaso Frattini – a dimostrarlo. Convitato di pietra della giornata di dibattito e riflessione sulla gestione delle migrazioni, il Viminale ne esce malissimo. I cavalli di battaglia di Matteo Salvini, azzoppati da dati, cifre e statistiche. Bocciate le politiche di respingimento e deterrenza che hanno mandato in soffitta il sistema basato sull’accoglienza. «Ci stiamo allontanando da un modello di accoglienza caratterizzato da una vera e propria strategia di integrazione sociale e lavorativa dei rifugiati per abbracciarne uno basato sull’offerta di alloggio e sussistenza» afferma nel suo messaggio il presidente di Rdb, Carlo De Benedetti. E cosa significhi in concreto lo racconta Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace. «A Minniti avrei voluto chiedere perché quando era al Viminale non ha fatto nulla per noi». L’ex ministro avrebbe dovuto partecipare all’incontro ma alla fine ha dato forfait.