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 2019  giugno 15 Sabato calendario

Ultime sui dischi

Mister Jelly Roll a cui piaceva il... “jelly roll”! Non vi racconteremo perché Mister Jelly Roll si chiama così ma potrete scoprirlo leggendo il libro. Sappiate però che si tratta di una cosa sessuale. Che poi lui fa diventare un sinonimo di “jazz”. Il personaggio è assurdo: sopra le righe, sbruffone, mentitore inveterato (ma forse invece no). Soprattutto Mister Jelly Roll ha fatto una cosina da poco: ha inventato il jazz. O almeno così diceva lui. Ma pare sia vero. Lo certifica l’autore di questo imponente libro, che non è uno qualunque: si chiama Alan Lomax, figlio di John Lomax, pioniere dello studio della musica tradizionale americana a cui il governo nel 1932 aveva affidato la gestione dell’Archive of American Folk Song. Il figlio Alan supera il padre diventando uno degli etnomusicolgi più importanti della storia: i suoi testi sono dei classici e il suo lavoro di registrazione sul campo comprende anche l’Italia (vedi L’anno più felice della mia vita. Un viaggio in Italia 1954-55, il Saggiatore). In realtà Lomax disprezzava il jazz: per lui era un’industria legata alle corporazioni radiofoniche. Però gli interessavano le sue radici rurali così si avvicinò a Morton e quando questi si mise a raccontare capì di avere in mano una testimonianza unica. Il libro è divertentissimo, non pensate a un noioso trattato da studiosi. Lomax nel 1938 raccoglie una serie di interviste a Morton che racconta cose così: «Ora lo chiamano “swing” ma è solo una piccola cosa che ho inventato un sacco di tempo fa (...) qualunque cosa suonino oggi quei ragazzi, non fanno che suonare del “Jelly Roll”». Altro che jazz. Mister Jelly Roll. Vita, fortune e disavventure di Jelly Roll Morton, creolo di New Orleans, “inventore del jazz” Alan Lomax Quodlibet Chorus pagg. 364, euro 25 Il disco da portare sull’isola deserta Sono solo due i dischi che vale la pena di portare sulla classica isola deserta perché non ci si può mai stancare di ascoltarli: Metal Machine Music di Lou Reed e Bitches Brew di Miles Davis. Non ci sono in realtà molti che apprezzano il primo, mentre il secondo è considerato oggi quasi universalmente un capolavoro. Ma ai tempi in cui uscì per molti era invece un vero obbrobrio: erano sempre i puristi quelli che urlavano “traditore” durante ogni concerto del Bob Dylan che a Newport passò da acustico ad elettrico. Per Miles Davis vale più o meno la stessa cosa. I puristi lo accusano di aver tradito lo spirito primigenio del jazz per vendersi alle sirene ben più remunerative del rock. Cosa che Miles non nega perché – che stranezza – gli piace essere ben pagato ed avere successo. Peccato che Bitches Brew più che rock sia «musica profondamente sperimentale, esaltante o sconcertante a seconda di chi la ascolta» come dice lo studioso autore di questo libro. Non solo: è un disco talmente stratificato che ad ogni ascolto si scopre qualcosa di nuovo. Proprio come nel folle respiro degli amplificatori del vecchio Lou. Bitches Brew. Il capolavoro di Miles Davis che ha rivoluzionato il jazz George Grella jr minimum fax pagg. 138, euro 13 Quei noiosi cantautori oggi tornati di moda Questo libro racconta una storia bellissima: quella di Carlo Emanuele Ricordi detto Nanni. Che, come il bisnonno Giulio che diede una mano a uno “squattrinato studente di musica”, sapeva scoprire i talenti. Lo studente del bisnonno si chiamava Giacomo Puccini, quelli di Nanni Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Sergio Endrigo, Gino Paoli, Luigi Tenco, Fabrizio De André, ma anche Maria Callas, uno dei primi artisti della neonata Dischi Ricordi di cui Nanni fu presidente. Sarà lui a farla virare quasi subito dalla classica a una nuova generazione di artisti: i cantautori. Compresi quelli più politicizzati che si troveranno qualche tempo dopo in un’altra etichetta ancora: L’ultima Spiaggia cofondata con Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi. Oggi che i cantautori sono tornati di gran moda vale la pena leggere qui per capire come tutto iniziò. L’inventore dei cantautori Nanni Ricordi: una storia orale Claudio Ricordi con Michele Coralli il Saggiatore