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 2019  giugno 15 Sabato calendario

L’anti-italiano esce da Spiegel e passa a Focus: «Continuerò a dare fastidio»

Su Google, se cliccate Fleischhauer Spiegel, arriva subito Italien. Il coloumnist della rivista di Amburgo ce l’ha con noi, ma questa settimana ha firmato per l’ultima volta la sua rubrica Der Schwarze Kanal, il canale nero. Anche lo Spiegel ne ha abbastanza dei suoi attacchi sempre sopra le righe, non solo contro di noi? Lui assicura di no, anche se più di una volta Barbara Hans, la direttrice della redazione online aveva dovuto prendere le distanze: «Non condividiamo sempre le sue opinioni». Jan passa alla casa editrice Burda, e scriverà per Focus, il rivale di Monaco. Come se un giocatore dell’Inter passasse al Milan o viceversa. «Continuerò a dare fastidio», promette.La rivista di Amburgo, dove Jan Fleischhauer è nato nel 1962, non è mai stata tenera nei nostri confronti, inevitabile citare la copertina con il revolver sugli spaghetti (26 luglio del 1977), e i frequenti reportage catastrofici sulla Bella Italia, vista immancabilmente sull’orlo del precipizio. Ma erano articoli documentati, sia pure scegliendo accuratamente i dati più neri. Jan preferisce gli insulti: nel gennaio del 2012, dopo il disastro della Concordia, intitolò il commento Der fahrerflucht, cioè chi fugge dal luogo dell’incidente: «Chi di noi si è meravigliato nello scoprire che il capitano sia un italiano?» Per l’anseatico Jan siamo un popolo di vigliacchi. Un giudizio razzista.
Si superò quando definì l’Italia, das Land der Schnorren, il paese degli scrocconi. Secondo lui, continuiamo a fare debiti, sempre facendoli pagare agli europei, e soprattutto ai tedeschi. «Ma un Bettler, insisteva, un mendicante, quando tende la mano almeno dice grazie». Si mosse anche il nostro ambasciatore che protestò furente. Frau Barbara ci chiese scusa: però, aggiunse, non si censurano i commentatori. È vero, nessun direttore mi ha mai censurato. Anche se ovviamente non sempre condivide quel che penso. Ma un insulto non è un’opinione, e lo Spiegel che continua a perdere copie, cerca di raccattarle dove può: l’Europa non ci ha mai dato un euro, siamo noi a versare miliardi nelle casse della comunità, ma molti tedeschi sono convinti di mantenere le cicale del Mediterraneo. Alla vigilia delle ultime elezioni in Italia, Jan scrisse: adesso arrivano al potere i clown capaci solo di fare altri debiti. Fleischhauer ha cominciato a firmare la sua rubrica nel gennaio del 2011, ma solo per l’edizione web. Nel maggio del 2014, è stato accolto anche nell’edizione cartacea, una promozione.
Jan aumenta la tiratura, scesa da 1 milione e 100 mila copie a sotto le 700 mila? Aber nein, ma no. E lui se ne vanta: ricevo, scrive, insulti dopo ogni mio commento, i lettori minacciano di disdire l’abbonamento, e chiedono al direttore di licenziarmi. Però, conclude, ho avuto 14 milioni di clic. Der schwarze Kanal era la trasmissione tv della Germania Est, in cui si denunciavano i veri o presunti misfatti della società capitalista. Una scelta ironica. Jan è un conservatore, uno di destra, e la colpa, come sempre, è di qualcun altro, dei suoi genitori, seri socialdemocratici anseatici che, sostiene, gli hanno avvelenato l’infanzia e l’adolescenza con le loro idee di sinistra.
Ha scritto un saggio, Unter den Linken, tra quelli di sinistra, in cui attacca le idee di madre e padre. E un romanzo, in cui nel 2017 si vendica della moglie da cui divorziò, o che lo lasciò, ben sei anni prima: «Alles ist besser als noch ein Tag mit dir», tutto è meglio che ancora un giorno con te. Come dire, un gentleman. Non è stato un bestseller. Vi assicuro che sono pochi i tedeschi che condividono gli umori di Jan, e ancor meno i lettori dello Spiegel che lo apprezzano. Ma so che non vi convincerò. Fleischhauer ha solo ottenuto di rendere i tedeschi più antipatici.