ItaliaOggi, 15 giugno 2019
Periscopio
Capita che l’ira sia la lectio brevis dell’ironia. Dino Basili. Uffa news.Massimo D’Alema è il Padre Giuseppe che restava nell’ombra ma suggeriva la linea al cardinale Richelieu e il cardinale Richelieu guidava re Luigi XIII. D’Alema sa rivestire e ha rivestito tutti i ruoli di questa catena di comando. Pier Luigi Bersani, presidente di Articolo 1 (Vittorio Zincone). 7
Le piace Zingaretti? «Nicola o Luca?». Nicola. «Lo sa sì che Nicola prende qualche voto in più perché è il fratello di Luca? Gli manca un po’ di polso. Ce l’avevamo un leader muscolare, moderno. Poi si è montato la testa e ha perso tutto». Pippo Baudo (Goffredo De Marchis). la Repubblica.
I milanesi di San Babila e zone limitrofe hanno dato la preferenza al Pd, mentre gli abitanti economicamente più sfortunati si sono gettati tra le braccia di Alberto da Giussano. In provincia di Bergamo, che registra il più basso tasso di disoccupazione del Paese, la Lega ha raccolto il 51% dei suffragi, e il M5s, il 6,7%. Vittorio Feltri. Libero.
Il post comunismo non si è realizzato attraverso una conversione, una rinascita di valori morali diversi, quanto piuttosto come rimozione, come processo di ulteriore de-moralizzazione che non attenua la dipendenza degli individui e la loro tendenza al gregarismo, che porta al cinismo o a nuove fiammate utopistiche come si vede nell’odierna ideologia antiglobalista. Da questo punto di vista l’ideale comunista apparentemente più puro non si vede come possa proclamarsi innocente. Massimo De Angelis, Post. Guerini e associati, 2003.
Dei tre grandi vecchi del giornalismo della giuria nel mio premio èGiornalismo si imponeva su tutti era Giorgio Bocca che era il più deciso quando c’era un candidato da sostenere o da bocciare. Ci riunivamo a casa sua. Un giorno, Biagi arrivò in ritardo. Aveva ritirato le analisi del sangue e non era andata bene. Bocca gli rispose: è successo anche a me. Ed Enzo: come hai risolto? Giorgio: semplice, non ho più fatto le analisi. Giancarlo Aneri, produttore di vino e caffè (Luciano Ferraro). Corsera.
I nuovi borghesi non sanno più che farsene dell’ordine: essi sono arricchiti nel disordine di due guerre; hanno perduto il decoro, per adeguarsi alle esigenze di un progresso provvisorio, che chiede ogni giorno riforme e che crolla sotto il peso di quelle riforme che non riformano il fradicio costume del paese. Leo Longanesi, Ci salveranno le vecchie zie?. Longanesi, 1953.
Il perdurare dell’ideologia resistenziale ha prodotto guasti in molti paesi, ma in Italia è stato determinante per la nascita e lo sviluppo del terrorismo. Nel frattempo tutto il mondo è cambiato e anche l’Italia sembra essere coinvolta da un processo di cambiamento radicale, che non sarà necessariamente positivo, ma che certamente non lo sarà se si pensa di affrontarlo con il vecchio armamentario usato prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale. Romolo Gobbi, Il mito della Resistenza. Rizzoli, 1992.
Urbano Cairo è chiamato Berluschino, per due ragioni. La prima è che ad addestrarlo fu il Cav, suo modello. Il giovanotto, alessandrino di campagna, appena laureato alla Bocconi, telefonò a Segrate, quartiere generale del Berlusca che muoveva i primi passi nelle tv e nella raccolta pubblicitaria. «Buongiorno», disse alla segretaria il neo laureato, «vorrei parlare col dott. Berlusconi. Ho 2 idee eccezionali che vorrei spiegargli. Se non mi permette di parlare con lui rischia davvero di fargli un danno». La segretaria capì al volo di trovarsi di fronte a uno snodo della Storia e procurò l’incontro al giovane intraprendente. Il Cav capì al volo pure lui e l’assunse come tuttofare, promuovendolo in breve segretario particolare e di lì a poco dirigente di Publitalia. Cairo fu un’idrovora della raccolta pubblicitaria e acquisì per Berlusconi l’allora tv Italia 1, a prezzo zero lire, dal vecchio Edilio Rusconi. Giancarlo Perna. LaVerità.
In base al solito meccanismo dell’assolutizzazione che spinge gli uomini a compiere sempre lo stesso errore, che è quello di affidarsi a un unico principio, le leggi dell’economia, malgrado nessuno possa dimostrarne l’obiettività scientifica, sono assunte al rango di verità indiscutibile, di vera e propria religione. Ida Magli, Contro l’Europa. Bompiani, 2001.
Hanno sempre fatto passare Rocchetta per poeta e Bossi per pragmatico. La verità è che lui ha sfruttato senza ritegno il nostro lavoro. La Liga Veneta e la Lega Nord le ho create io. Il nome della seconda lo inventò 30 anni fa mia moglie Marilena Marin. Bossi voleva chiamarla Alleanza Nord. Marilena fu eletta presidente e lui segretario. Da lì in poi il consiglio federale fu esautorato. Fino al colpo di mano finale che fu l’acquisto della sede di via Bellerio per 14 miliardi di lire. Noi eravamo contrari. Non sapevamo da dove arrivavano i soldi. Poi s’è capito: da Gianpiero Fiorani, quello dello scandalo che ha travolto la Banca Popolare di Lodi. Franco Rocchetta ex leader della Lega (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Sono nata a Padova nel 1938, l’anno delle leggi razziali. La mia storia è quella di una ragazza che ha avuto un’infanzia felice. Libera da preoccupazioni economiche e circondata dall’affetto. Anche quando durante la guerra sfollammo a Dolo la mia vita cambiò di poco. Ricordo un episodio di quel periodo. In casa il nonno ospitò due fratelli armeni: Hrayr e Arshavir Terzian. Erano ragazzi che studiavano al collegio armeno di Venezia. Hrayr sarebbe diventato uno dei più grandi neuroscienziati al mondo. Ho coltivato l’amicizia per quest’uomo insolito e geniale. Bisognerebbe ogni tanto ricordarsi di certe figure che, nel loro anticonformismo, hanno sensibilmente fatto progredire la ricerca scientifica. Antonia Arslan, autrice di La masseria delle allodole (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Aver fatto esperienze di animazione, occupazione, volantinaggio, decentramento, territorio, mimo, quartiere, commissione, assemblea, invece di storia romana, grammatica italiana, filosofia umana, lingua inglese, ortografia tedesca, filosofia illuministica, arte manieristica, procedura penale e civile, trattati internazionali, patologia, psicologia, meccanica, botanica, contrappunto, bel canto... Alberto Arbasino, Un paese senza. Garzanti. 1980.
L’angoscia è l’anima in preda alle doglie. Roberto Gervaso. Il Messaggero.