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 2019  giugno 15 Sabato calendario

Diritto & Rovescio

Giulio Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, è stato un altissimo rappresentante dei magistrati italiani che, conoscendolo bene, lo hanno votato con entusiasmo, issandolo al vertice della loro organizzazione, diciamo così, sindacale da dove, spesso, Palamara ha fatto la predica a tutti. Senonché, dalla sbobinatura delle conversazioni in vista delle nomine del Csm, ho appreso che Palamara usa questo linguaggio: «Non te preccupà. Se te dico fidate, fidate…Lui vuole fà la denuncia penale, tu forse non hai capito li vuole denunciare a Perugia… lascia perde che so’ cose che tu intanto gli rompi il ca…, punto. (…). Io mi acquieterò quando, come ti ho detto una volta, Pignatone mi chiamerà e mi dirà: cosa è successo? … perche lì la vicenda Consip la so io... e gli ho protetto il culo su tutto… alla fine che cosa è stato? Eh no ma adesso mi fai, mi tieni sotto ricatto, me lo devi dì…». Se la registrazione è giusta, Palamara non si deve dimettere dal Csm (perché non ne fa parte) ma dalla magistratura alla quale appartiene. E questo a tutela dell’immagine dei suoi colleghi.