ItaliaOggi, 14 giugno 2019
Dagli alberghi sono spariti cuochi e camerieri
Nessuno in cucina. Nessuno in sala. Nessuno alla reception. «È un continuo lamento da parte degli associati: manca la manodopera per gli alberghi e la situazione sta peggiorando». Roberto Pallanch è il direttore di Asat, l’Associazione albergatori del Trentino. È lui a farsi carico dell’allarme lanciato dai gestori degli hotel della Provincia autonoma: tra italiani e stranieri non si trovano più giovani disposti a fare i cuochi, i camerieri, i lavapiatti e gli addetti al bureau. Anche perché alcuni di loro, secondo Pallanch, percepiscono il reddito di cittadinanza. E non avrebbero interesse a rinunciare al sussidio anti povertà introdotto dall’ala pentastellata del governo per lavorare nelle strutture ricettive nei mesi estivi.Il primo a denunciare la mancanza di lavoratori stagionali a causa del Rdc è stato il sindaco Pd di Gabicce, Domenico Pascuzzi. «Molti giovani del Sud che l’anno scorso avevano lavorato nei nostri alberghi quest’anno hanno risposto di non tornare a Gabicce perché stavano percependo il reddito di cittadinanza», ha sottolineato il sindaco del comune marchigiano. «E se accettassero di tornare perderebbero l’assegno da oltre 700 euro che a loro basta per vivere».
Dichiarazioni che hanno trovato la sponda di Matteo Renzi, secondo il quale «col reddito di cittadinanza prima sono spariti i navigator e adesso i bagnini». E che, al contrario, hanno portato alla secca replica del M5s, che sul Blog delle stelle ha parlato di «orari disumani, stipendi da fame, nessuna sicurezza, nessuna garanzia o tutela contrattuale: è lo spaccato del lavoro nero in Italia».
Pallanch, invece, è d’accordo col primo cittadino di Gabicce. «Tanti degli addetti che arrivano da noi per le stagioni provengono dal Centro sud», ha sottolineato. «Ancora non abbiamo informazioni precise, ma quel che molte strutture ci stanno riferendo è coerente col messaggio del sindaco di Gabicce: i percettori del reddito non hanno grande interesse a rinunciarvi per venire a lavorare nei nostri alberghi, anche perché in alcune zone del Sud Italia, con i 700 euro del reddito, si può condurre una vita tutto sommato dignitosa, dati i minori costi rispetto al Nord». Tesi confermata dalla senatrice trentina di Forza Italia, Elena Testor, che ha presentato un’interrogazione a Palazzo Madama per sospendere il Rdc nella stagione turistica «per poter permettere il pagamento tramite i voucher».
«Più o meno le difficoltà riguardano tutte le figure», ha detto Pallanch al Giornale del Trentino. Ai fornelli, per esempio, tornano madri e nonne. «Sempre più spesso le nostre, che sono prevalentemente aziende famigliari, si affidano ai parenti più stretti. In alternativa cercano di riorganizzare in modo più efficiente il personale che c’è già o si rivolgono all’Agenzia del lavoro. Qualcuno prova col passaparola, altri cercano nel mondo delle scuole professionali. I primi a mancare sono stati gli stranieri, in particolare i rumeni», ha aggiunto il presidente degli albergatori trentini. «Dopo aver appreso il know-how se ne sono tornati in patria aprendo là delle strutture ricettive. La carenza è esplosa l’anno scorso e nel 2019 si sta confermando. Oggi manca soprattutto la manodopera italiana».