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 2019  giugno 14 Venerdì calendario

Germania, vietato curare l’omosessualità

È necessario discutere ancora sull’omosessualità? A quanto pare sì, anche in Germania, se Jens Spahn, cristianodemocratico, ministro della sanità, ha annunciato di voler presentare una legge che vieti le cure per «guarire» uomini e donne che «amano diversamente». I pregiudizi sono difficili da superare, anche tra medici e psicoanalisti, nonostante che il liberale Guido Westerwelle, nel 2013 ministro degli esteri nel governo con Angela Merkel, avesse sposato il suo compagno che lo seguiva spesso nei suoi viaggi ufficiali. E il sindaco socialdemocratico di Berlino, Klaus Wowereit, avesse fatto outing: «Sono omosessuale, e va bene così». Non ha sposato il suo compagno perché a Berlino non è necessario: le coppie omosessuali godono comunque di ogni diritto, e di recente compreso lo sconto fiscale per i coniugi, anche senza matrimonio. E Alice Weidel, 40 anni, leader dell’AfD, il partito dell’estrema destra, convive con una compagna proveniente dallo Sri Lanka.Sarebbe superfluo ricordarlo, ma anche Spahn, 39 anni, ha sposato nel 2017, il suo compagno Dieter Funke, capo della redazione berlinese del settimanale Bunte. Kein Problem? Nessun problema? Invece medici, terapeuti, e religiosi cercano sempre di convincere gli omosessuali a seguire una Konversionstherapie, una terapia relazionale, per «tornare normali». «Queste cosidette cure in realtà sono dannose e pericolose», ha denunciato Spahn. E ha annunciato di voler al più presto parlarne con il collega alla giustizia per varare una legge entro l’anno, che vieti ogni intervento per «guarire» da una scelta personale assolutamente normale.
Spesso un paziente che va da uno psicoanalista o psicoterapeuta per un problema di qualsiasi natura, appena rivela di essere omosessuale viene sottoposto a pressioni per cambiare. In primavera, il ministro ha formato una commissione di 46 esperti per studiare il problema e giungere a un divieto. Uno degli specialisti consultati, il professore Peer Briken, dell’università di Amburgo, ha scritto che non esiste alcun motivo psicologico, sociale, o medico per considerare l’omosessualità come «un disturbo mentale o una malattia». Le terapie spesso hanno invece provocato gravi disturbi, causando depressioni, e alimentando tendenze suicide. Queste cure arrivano a distruggere l’esistenza dei pazienti, e i casi in Germania sarebbero migliaia all’anno.
Bisogna ricordare che il paragrafo 175 del codice penale che considera l’omosessualità un reato risale al 1872 ma fu abrogato appena nel 1994, cinque anni dopo la caduta del Muro. In Germania Est era stato modificato nel 1988, ma gli omosessuali venivano sempre considerati asociali dal regime comunista. Nel primo lager creato dai nazisti, a Dachau, nei pressi di Monaco, i primi a essere internati furono i comunisti e gli omosessuali. Costretti a vivere in condizioni inumane, persero la vita in migliaia. L’omosessualità ancora negli Anni Sessanta poteva causare la rovina della vita professionale per i dipendenti pubblici. Il procuratore Fritz Bauer (1903-1968), che contribuì alla cattura di Adolf Eichmann, lottò contro i colleghi che lo accusavano di «voler rovistare nel passato danneggiando la patria», e lo isolavano perché era omosessuale, una colpa più grave al confronto di aver collaborato con il regime nazista. Spahn è un conservatore, anzi appartiene all’ala destra dei cristianodemocratici, ma è sceso in campo per una battaglia che un tempo conducevano i liberali o i socialdemocratici.