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 2019  giugno 14 Venerdì calendario

Percassi guarda al miliardo

Percassi va in goal anche finanziariamente. Quando ha investito nell’Atalanta 10 anni fa, l’imprenditore bergamasco ed ex calciatore (ha esordito a soli 17 anni proprio tra i nerazzurri), non avrebbe forse immaginato che il pallone sarebbe diventato il più profittevole tra i suoi business arrivando a sfondare 200 milioni di fatturato. Eppure le sue attività non si limitano allo sport più amato dagli italiani, ma sono un vero e proprio impero. 
La sua Odissea Holding spazia dall’immobiliare, alla cosmetica, passando per l’alimentare e il leisure. Ma è l’Atalanta il nuovo simbolo del business Percassi, in primis perché i bergamaschi sono riusciti a qualificarsi per la prima volta nella storia per la Champions League. Questo vuole dire un’importante ritorno di immagine, ma anche e soprattutto soldi. Considerando il bonus da partecipazione, e i ricavi minimi dal market pool l’Atalanta incasserà circa 22 milioni di premi garantiti dall’Uefa. Il tutto senza considerare gli extra: eventuali bonus dai risultati, gli incassi dal botteghino e le maggiori entrate pubblicitarie di cui il club godrà; tutte voci che faranno sicuramente salire i ricavi. Soldi che faranno superare la barriera dei 200 milioni di fatturato, dopo che il gruppo ha chiuso l’ultimo bilancio con entrate per circa 155 milioni (2018) di cui ben 68 milioni dal calciomercato (tra plusvalenze, prestiti e bonus). Numeri da capogiro che fanno di questo business una gamba fondamentale dell’impero di Antonio Percassi. 
Una galassia che a livello consolidato, al 31 dicembre 2017 (ultimi dati disponibili), aveva un patrimonio netto di oltre 360 milioni di euro, con ricavi in crescita a 805 milioni di euro (732 milioni nel 2016) e un rosso di 34 milioni (26,3 relativo al risultato di pertinenza del gruppo) in larga parte derivato dai trucchi di Kiko in Italia (-32,4 milioni con ricavi in crescita a 372 milioni), e più in generale dal settore della cosmetica (-40,9 milioni complessivi con ricavi per 619 milioni). Il settore food & beverage vale circa 6 milioni di ricavi, mentre il settore abbigliamento-accessori vale 100,5 milioni.
Guardando nelle pieghe degli investimenti di casa Percassi, negli ultimi anni sono stati lanciati i progetti Womo e Bullfrog per il pubblico maschile; è poi stata comprata, nel 1992, Madina (cosmetica) ed è stata rilevata la catena di negozi di calzature Vergelio Milano. Nel tempo è nata la Percassi Food&Beverage, che sta sviluppando progetti come 30Polenta, Casa Maioli (piadineria) e Caio (ristorazione). Tra i colpi che gli hanno dato maggiore visibilità c’è quello di Starbucks, sbarcato a Milano nel 2018 e sviluppato proprio da Percassi, che si è dedicato anche al business del mattone sviluppando su scala internazionale il marchio Benetton, facendo sbarcare in Italia il colosso spagnolo Zara e portando sul mercato marchi quali Gucci, Levi’s, Nike, Lego, Swatch, Victoria’s Secret. Il gruppo ha un totale di 1.102 negozi sparsi per il mondo con oltre 9.000 dipendenti (dati al 2017) e diversi outlet in portafoglio: l’Orio Center a Orio al Serio, il Sicily Village, il Torino Outlet, l’Antegnate Shopping Center (Bg), il Franciacorta Outlet Village di Rodengo Saiano (Bs), il Valdichiana Outlet Village di Foiano (Ar). Tra i progetti in corso di realizzazione, il Centro Commerciale Westfield Milano nel Comune di Segrate (Mi), che sarà il centro commerciale più grande d’Europa, e che verrà realizzato in collaborazione con il Gruppo Westfield; il recupero dell’outlet di Soratte per il rilancio del centro che prenderà il nome di Roma Outlet Village; la ristrutturazione dello Stadio Atleti Azzurri d’Italia a Bergamo e un’importante iniziativa immobiliare a carattere ricettivo, commerciale e residenziale alle porte del Grand Canyon in Arizona. L’ultima sfida di Percassi riguarda, invece, la recentissima acquisizione del sito industriale di Crespi d’Adda (Bg). Si tratta di un vasto complesso immobiliare su un’area di 136mila metri quadri che costituisce la parte industriale del Villaggio Crespi d’Adda, dichiarato dall’Unesco nel 1995 Patrimonio dell’Umanità. Nel complesso industriale, dismesso da più di 12 anni, Percassi concentrerà la sede di tutte le sue attività, mentre i rimanenti spazi verranno destinati ad attività culturali e museali.