ItaliaOggi, 13 giugno 2019
Diritto & Rovescio
Il discusso (perché discutibile) presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, dopo aver detto: «Non voglio umiliare in dichiarazioni pubbliche la Repubblica italiana», ha iniziato il tiro al bersaglio sul governo di Giuseppe Conte in una intervista minatoria a politico.ue. Non difendiamo certo il governo gialloverde ma non ci va che la predica sul rigore ci venga fatta da Juncker che, quando era premier del Lussemburgo, ha trasformato in un paradiso fiscale, non un’isoletta anarchica al centro del Pacifico, ma il suo Paesotto nel pieno dell’Europa. E poi, non solo ha approvato leggi che attirano i grossi capitali con aliquote ridicole ma, di sua iniziativa, ha trattato ulteriori sconti fiscali a grosse multinazionali in deroga alla legge. Basterebbe questo per renderlo indegno dal ricoprire la carica attuale. Ma alla Merkel serviva un maggiordomo a Bruxelles che non fosse tedesco (c’è un limite a tutto) ma che fosse più servizievole di un tedesco. E quindi è stato dichiarato degno.