ItaliaOggi, 13 giugno 2019
La Francia e il problema dei residui radioattivi
In Francia 200 milioni di metri cubi di residui radioattivi a lunga vita non hanno una filiera specifica che possa gestirli. Un lento veleno dimenticato. Infatti nel Paese i rifiuti a radioattività naturale elevata sono stoccati nei loro luoghi di produzione. Un inquinamento disseminato dappertutto. Così, succede che nella piccola città di Gueugnon, sul terreno dove era previsto di realizzare un parcheggio al servizio dello stadio della locale squadra di calcio, adesso non si possa procedere perchè si è scoperto che sotto il bitume riposano oltre 20 mila tonnellate di rifiuti radioattivi deposititati dalla vecchia fabbrica per il trattamento dell’uranio in funzione dal 1955 fino al 1980, secondo quanto ha riportato Le Monde. Il risultato è che quell’area destinata a parcheggio adesso è chiusa e dal 2009 è vietato accedervi. Le emanazioni di radon, un gas cancerogeno sono enormi, secondo quanto ha detto a Le Monde il fisico Roland Desbordes, ex presidente della commissione di ricerca e informazione indipendente sulla radioattività (Criirad).Il caso di Gueugnon non è isolato. Tra il 1947 e il 2001 all’incirca 250 giacimenti di uranio sono stati sfruttati in Francia per la fabbricazione dell’arma atomica e poi per alimentare i reattori nucleari. Questi hanno lasciato come eredità 51 milioni di tonnellate, all’incirca 40 milioni di metri cubi) di residui stoccati nelle enclave minerarie, ma anche 170 milioni di tonnellate (più di 100 milioni di metri cubi) di sterili, delle rocce estratte per accedere al minerale che contengono dei metalli pesanti radioattivi. Questi sterili sono stati ammucchiati qua e là quando non sono stati riutilizzati. senza altre precauzioni. Di questa montagna di residui non c’è traccia nei documenti di informazione messi a disposizione nel quadro del dibattito in corso sul Piano nazionale di gestione delle materie e dei rifiuti radioattivi, secondo quanto ha riportato Le Monde. Alla fine del 2017 sarebbero stati circa 1,6 milioni di metri cubi, secondo l’agenzia nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi (Andra), ma in relatà sarebbero nell’ordine di 200 milioni di metri cubi secondo Corinne Castanier, responsabile della regolamentazione e della radioprotezione al Criirad, che ha deciso di protestare per le informazioni incomplete e tendenzione fornite nel dibattito pubblico. A questi si aggiungono 50 milioni di metri cubi di rifiuti a radioattività naturale elevata e altri 282 mila metri cubi di rifiuti prodotti dallo stabilimento di purificazione dell’uranio d’Orano a Malvési. Dunque, quasi tutta la Francia è contaminata da questo lento veleno.