Corriere della Sera, 13 giugno 2019
Intervista a Sabina Guzzanti
«L’equivoco di fondo è che la trattativa Stato-Mafia viene liquidata in poche parole: qualcuno per impedire le stragi ha concesso qualcosa ai mafiosi. In realtà in ballo c’è molto di più, l’intenzione forte era quella di intervenire nella politica, governarne le scelte, delinearne l’agenda: oggi lo si fa con i troll che forse sono più pacifici, ma il retrogusto inquietante è lo stesso. La domanda da porsi è una: qual è la natura del potere che ha governato questo Paese?». Oggi Rai2 dalle 21.20 presenta una serata evento con La trattativa, il film di Sabina Guzzanti che con un linguaggio che attinge all’inchiesta, alla fiction e al teatro ricostruisce – intrattenendo – gli anni bui della negoziazione tra lo Stato e Cosa nostra all’epoca della stagione delle stragi.
Nel film lei sposa la linea dell’accusa e l’anno scorso è arrivata la prima sentenza che riconosce responsabilità importanti di uomini delle istituzioni…
«Il punto di vista dell’accusa non sposta la questione: i fatti raccontati nel film sono veri, sconvolgenti, la loro portata terribile si moltiplica, l’impatto è ancora più forte perché svela la complicità di figure istituzionali molto potenti: non si parla di poche mele marce, ma di un sistema, una rete di persone ad altissimi livelli in grado di impedire un’autopsia, far confessare a un carcerato una strage mai commessa, vietare la perquisizione del covo di Riina, far sparire i computer di Falcone e Borsellino…».
L’ex dg Orfeo definì «La trattativa» un film brutto e vecchio… è una rivincita?
«Diciamo una soddisfazione. Appena uscita la sentenza, Freccero, allora consigliere di amministrazione Rai, lanciò la proposta di mandare in onda il film, ma Orfeo lo giudicò inattuale. Quando Freccero è diventato direttore di rete siamo tornati sull’argomento».
La direttrice di Rai1 Teresa De Santis ha candidamente ammesso che l’editore della Rai è il governo. Non c’è speranza di vedere i partiti fuori dal Servizio Pubblico?
«Io sono stata espulsa dalla Rai nel 2003, sono passati più di 15 anni e questa è sempre stata la scusa per ogni censura: la linea editoriale… Visto che non c’è un collettivo di intellettuali che guida la Rai, è chiaro che è il governo: è un modo di gestire il Servizio Pubblico contro cui mi sono sempre battuta. Tenere la politica fuori dalla Rai era uno degli slogan dei 5 Stelle come lo è stato di Renzi, poi però i partiti hanno tutti troppa paura della libertà perché temono che gli vada contro».
Quanta responsabilità ha la tv?
«In questo Paese la tv è la principale fonte di cultura: gli italiani non passano 5 ore al giorno nei musei ma di fronte alla tv. La tv gestita in questo modo ha cambiato la mente delle persone, tanti non hanno spirito critico e di indipendenza, non sanno riconoscere una contraddizione e una menzogna. Se la tv fosse libera magari qualche magagna verrebbe fuori ma non ti troveresti una popolazione così involuta».
Internet ha dato il colpo di grazia?
«Distinguerei tra web e social. Il web resta uno strumento democratico, i social sono invece uno strumento di manipolazione, fatto apposta per creare dipendenza e per controllare la gente. I social non possono essere utilizzati come strumento di dibattito e confronto, come mezzo per approfondire e fare controinformazione. Al massimo sono strumento di intrattenimento come ci ha fatto conoscere bene Zoro».
Lei è stata feroce con Berlusconi, vedendo Salvini e Di Maio lo rimpiange?
«No. Questa politica è figlia del berlusconismo, il populismo l’ha inventato lui, piuttosto chiederei ai molti che lo hanno sostenuto di fare ammenda».
La satira politica è moribonda, concorda?
«Rientra nel discorso generale che facevo. Se non c’è possibilità di esprimere il proprio punto di vista senza dover esprimere la linea editoriale del governo non si può fare satira».
Quindi per lei non ci sarà mai spazio in tv?
«Non credo, non faccio tv da tanto tempo, mi è mancata, ma ormai sono passati davvero tanti anni, sono un’altra persona, ho altri interessi, faccio soprattutto cinema e penso anche mi venga pure meglio. Sono più soddisfatta dei miei lavori cinematografici che di quelli televisivi».
Però ha dato vita a personaggi strepitosi, chi invece le è venuto meno bene?
«Quelli su cui ho potuto lavorare in poco tempo e con meno mezzi, penso a Salvini o alla Serracchiani. Piuttosto una cosa: in tv è più problematico imitare un’autorità come Maria De Filippi che un politico come Berlusconi».