Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  giugno 13 Giovedì calendario

Il falso Zuckerberg che smaschera Facebook

Due artisti inglesi e una start-up israeliana hanno sottoposto Mark Zuckerberg al... trattamento Facebook. Da padrone delle fake news a bersaglio: è il castigo che il fondatore e chief executive del social media ha dovuto subire. Ritrovandosi così nei panni della presidente della Camera Nancy Pelosi, e di tanti altri politici diffamati come lei sui social. A Zuckerberg è andata bene, tutto sommato: il suo falso era riconoscibile. È apparso su Instagram, con un messaggio da Padrone dell’Universo sfacciato e arrogante. Nel video Zuckerberg in persona si vanta così: «Immaginate questo per un attimo: un uomo, con il controllo totale sui dati rubati a milioni di persone, tutti i loro segreti, le loro vite, il loro futuro. Lo devo alla Spectre. La Spectre mi ha dimostrato che chiunque controlli i dati controlla il futuro». La vanteria è un po’ troppo spudorata. La citazione della Spectre forse fuori moda: è l’organizzazione malefica contro cui combatte James Bond, un personaggio più popolare ai tempi dei genitori di Zuckerberg. E la voce del boss di Facebook non è imitata in modo perfetto.
Ma i due artisti britannici autori del falso, Bill Posters e Daniel Howe, insieme con la start-up pubblicitaria israeliana Canny AI, hanno messo Facebook davanti alle sue contraddizioni. Due settimane fa, su Facebook era apparso un video della Pelosi, in cui la presidente della Camera parlava al rallentatore. La contraffazione della sua voce poteva farla apparire come ubriaca o in preda a sonnolenza da farmaci. Qualche politico repubblicano ha usato quel video per mettere in dubbio la lucidità della Pelosi, che in questo momento è l’avversaria numero uno di Donald Trump. Facebook, ha rifiutato di cancellare quel video sostenendo che «non viola le politiche aziendali». Una dirigente di Facebook, Monika Bickert, ha detto che il social «lascia che gli utenti facciano le loro scelte su ciò che vogliono credere». La reazione della Pelosi è stata dura. Rievocando il ruolo delle fake-news nel diffamare Hillary Clinton durante lacampagna elettorale del 2016, la presidente della Camera ha detto: «Allora pensavamo che Facebook fosse stato manipolato dai russi. Ora dimostrano, rifiutando di eliminare un falso, che sono stati dei collaboratori volenterosi nell’interferenza russa contro le nostre elezioni».
La risposta di Facebook al falso video del proprio capo è la stessa che nel caso-Pelosi: se dei “fact-checker” (verificatori dei fatti) indipendenti stabiliscono che è menzognero, verrà filtrato dalle raccomandazioni. Appellandosi ai “fact-checker” Zuckerberg sta facendo di tutto per non dover operare la censura in proprio, una responsabilità che lo spaventa perché lo esporrebbe alle accuse di essere di parte. Inoltre lui promette un futuro prossimo in cui l’intelligenza artificiale potrà filtrare i falsi. Posters, Howe e Canni AI con la loro beffa hanno dimostrato che l’intelligenza artificiale può servire a creare le fake-news. Il video falso riporta l’attenzione sul personaggio Zuckerberg e le sue enormi contraddizioni: in risposta agli scanda li di fake-news dal 2016 in poi il giovane miliardario ha sempre mostrato due volti, in pubblico ha promesso di emendarsi, all’interno delle mura aziendali è molto più intransigente e aggressivo. La Spectre di James Bond, comunque, alla fine perdeva sempre: quella citazione dovrebbe infastidirlo.