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 2019  giugno 12 Mercoledì calendario

Il Superenalotto e le vincite che fanno male

Superenalotto sostiene che il suo è oggi il jackpot più alto del mondo: 167 milioni. Roba da Panama Papers. Tre volte e mezzo il debito della Lega. Mentre Salvini rimborserà in ottant’anni (coi minibot?) la somma distratta allo Stato, per conquistare il jackpot (“da sogno”, direbbe Briatore) ci vuole un attimo. Il tempo dell’estrazione. Nel tabacchino sotto casa, uno dei 38mila posti dove si gioca in Italia il Superenalotto, ci sono quattro extracomunitari e cinque pensionati. Hanno appena puntato. Sognare costa poco. Sognare tutti i giorni, diventa un vizio. Un problema sociale. Ma se vinci… Mica detto.
Pedro Quazada, un dominicano che vive a New York, nel 2013 vinse alla lotteria del Powerball 336 milioni di dollari, al netto delle tasse 221 (190 milioni di euro). Da quel giorno “la mia vita è diventata un incubo”. Vittima di truffe, accuse di violenza sessuale da parte della figlia ventenne della sua ex compagna, amici voraci, vicini di casa invidiosi. È in galera.
Lo scorso 6 gennaio, una donna del New Hampshire ha centrato un colossale premio di 559 milioni di dollari. Da allora, è nel tunnel della paura: “Troppi vincitori sono morti dopo aver dichiarato di aver vinto, è una maledizione”. Così ha chiesto a un tribunale di mantenere la privacy ma nel New Hampshire è vietato. Se vuole ritirare la somma, deve rivelare il nome.
Pure da noi le cose non vanno come speri. A Castiglione dello Stiviere, un uomo convinto che la vincita avesse attirato il malocchio su di sé, massacrò a martellate moglie e figli. Un altro, tale S.G., diventato milionario grazie al Totogol, ha dissipato tutto. Fermato sulla sua Bmw imbottita di droga, finisce in gattabuia. Lì, viene a sapere che la moglie aspetta un figlio. È la svolta. Passa quattro anni nella comunità di recupero Papa Giovanni XXIII. Ora fa il netturbino. E ha ritrovato la felicità. Mah.
Tempo fa ci fu chi scrisse un manuale del perfetto vincitore di lotteria. La prima fondamentale (e, in fondo, banale) regola: mantenere il sangue freddo. Sembra facile. Non lo è affatto, avendo miliardi in saccoccia, continuare a vivere come ogni altro giorno, dissimulare gioia, eccitazione, impedirsi ciò che non ti sei mai permesso. Ci vogliono nervi saldi da 007. Perché chi ha svelato d’aver vinto una forte somma, è franato spesso nella miseria. Qualcuno è stato addirittura ucciso. Lo affermano tristi statistiche. Chi invece ha tenuto il becco chiuso, anche in casa, è riuscito a salvaguardare il capitale. Il libercolo citava una celebre quartina del Giusti: “Un gran proverbio/caro al Potere/dice che l’essere/sta nell’avere”. Saggezza popolare. Il silenzio è d’oro.
In oro, stando alla quotazione di ieri, i 167 milioni del Superenalotto equivalgono a 4 tonnellate 439 chili e 749 grammi. Ci vuole un furgone. Blindato, ovviamente: “All’idea di quel metallo/portentoso, onnipossente/un vulcano la mia mente/già comincia a diventar”, confessa il Barbiere di Siviglia al Conte. Ecco, non trasformate il vostro cervello in un vulcano finanziario, non sprofondate nel turbolento cratere degli investimenti. Finireste probabilmente nella lava devastante di qualche consulente disonesto. Conclusione: vincere tanto è uno stress. Ma perdere è (sicuramente) peggio.