ItaliaOggi, 12 giugno 2019
Cellulari ricondizionati, un nuovo mercato
L’attività di ricondizionamento dei telefoni cellulari, degli smartphone in particolare, è in pieno sviluppo dal 2016, soprattutto in Francia, dove ha creato una vera e propria filiera industriale che dà lavoro. Questa attività rappresenta fra 5 e 10% delle vendite degli smartphone in Francia, cioè da uno a 2 milioni di telefoni cellulari sul totale dei 21 milioni di apparecchi venduti nel 2018, secondo uno studio ripreso da Le Figaro. I principali attori del settore hanno visto i propri fatturati aumentare dal 20% al 25% l’anno. Smaaart, ad esempio, nel 2018, ha realizzato una cifra d’affari di 9 milioni di euro, in crescita del 50% in un anno, secondo quanto ha riportato Le Figaro, dando lavoro a circa un centinaio di persone nella sua fabbrica di Montpellier. Quest’anno conta di vendere dai 50 mila ai 60 mila smartphone ricondizionati, completamente rivisti e dotati di garanzia da 12 a 24 mesi. Il fenomeno di rigenerare i vecchi smartphone è decollato tre anni fa per fare fronte al continuo aumento dei prezzi dei nuovi telefonini, sempre più cari. Il risparmio che i clienti possono ottenere acquistando un telefonico di seconda mano rigenerato va da circa il 10% fino al 60% in rapporto al prezzo di uno smartphone nuovo, a seconda del suo stato, del modello e dagli anni di utilizzo. Rigenerare uno smartphone può allungargli la vita da due a sei anni. In questo settore, che unisce economie e ecologia per le conseguenze positive sull’ambiente (ricondizionare uno smartphone permette di evitare 30 kg di emissioni di Co2) si è lanciata anche Fnac, con l’acquisizione della startup Wefix nel 2018. Anche Ramade gioca la carta della rigenerazione dei cellulari in Francia e i grandi distributori Darty, Auchan, Boulanger, e gli operatori di tlc come Orange, Bouygues telecom e Sfr, si sono attrezzati per vendere apparecchi d’ occasione.