ItaliaOggi, 12 giugno 2019
Periscopio
L’ultimo bluff: scacco ricco mi ci ficco. Dino Basili. Uffa news.Il premier Giuseppe Conte guida un pullman con due volanti. Non credo che durerà. Ma in pratica ha fatto un master che lo ha reso un perfetto sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Pier Luigi Bersani, presidente di Articolo 1. (Vittorio Zincone). 7.
Berlusconi ha la mia età. E una forza incredibile, nonostante gli acciacchi. Mi meraviglia ma lui è così. Una volta ad Arcore c’era Aznavour. Attacca Douce France, Berlusconi si avvicina, lo scansa e prende il microfono: «Questa la canto meglio io»». E Aznavour? «Zitto. Da bravo armeno pensava al cachet». Pippo Baudo. (Goffredo De Marchis). la Repubblica.
La politica oggi si fa sui social network. Ma non è un fenomeno solo italiano. Quello che mi stupisce però è il salto tra popolarità e impopolarità in così breve tempo. Paolo Barilla, vicepresidente della società omonima. (Giuliana Ferraino). Corsera.
Lei avrebbe processato Salvini per la Diciotti? «No, perché in gioco c’è il diritto a governare. Non stiamo parlando di mazzette». Francesco Storace, direttore del Secolo d’Italia (Concetto Vecchio). il venerdì.
Da tempo sono arrivato alla conclusione che il Consiglio superiore della magistratura (Csm) funziona male. Il Csm è un groviglio inestricabile di interessi di varia natura, di cui la magistratura non riesce a liberarsi: queste incrostazioni corporativistiche, correntiste e politiche provocano uno stato di paralisi nei rapporti con le istituzioni. Troppe volte il Csm è mancato all’appuntamento con decisioni importanti. Giovanni Falcone, 1988, citato da Giuseppe Ayala. Corsera.
Bisogna fare subito una legge che obblighi i magistrati che vogliono fare politica a dimettersi e impedisca in ogni caso a loro di rindossare la toga a fine mandato. Antonio Di Pietro. (Pietro Senaldi). Libero.
De Andrè era molto maniacale e pieno di dubbi sul lavoro. Avevo messo a frutto tutte le esperienze maturate in quegli anni. Scrissi la musica e gliela cantai in una specie di arabo finto. Avvertii la sua grande concentrazione. Per allentare una certa tensione gli dissi che il tutto andava rivisto, aggiustato. Come se volessi prevenire qualche sua critica. Lui mi guardò e poi disse «Belìn, il disco si fa così!». Venivo da anni di musica molto verbosa. Credo che mi abbia impedito di rovinarla. Mauro Pagani, musicista (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Per fare l’intervista bisogna ottenerla. Se con i politici è facile, gli scrittori sono spesso sospettosi. Ecco come vinsi la diffidenza di Carlo Fruttero che con Franco Lucentini scrisse per 30 anni inarrivabili polizieschi. Tra tutti, la Donna della domenica (1972). Telefonai a Fruttero, allora ultrasettantenne, a Torino dove abitava. «Le interviste mi imbarazzano», obiettò con voce afona. «Cimurro?», chiesi. «Fate certe domande, voi giornalisti”» replicò. «Volevo essere premuroso», spiegai. «Parlo di quello che fate nelle interviste. Qual è la sua definizione dell’amore? Come cucina gli spaghetti?», esemplificò. «Che razza di miei colleghi conosce?», chiesi. «Ragazzine disperate con voglia di scoop…». «Le sembro una di quelle ragazzine?». Fruttero tacque. Sembrava scrutarmi dalla cornetta. «L’alter ego di Lucentini si scioglie alla grande», pensai speranzoso. «Odio il gergo giornalistico», riprese l’altro. «Tremo all’idea che me lo si mette in bocca. «Alla grande», piuttosto che dirlo mi sparo. «Alter ego di Lucentini», non lo direi mai. Lei usa questi cliché?». «Ma le pare?», mi scandalizzai. «Lei mi sembra intelligente. L’aspetto», si arrese. Giancarlo Perna. LaVerità.
Quello della povertà è un romanzo sempiterno, perché riguarda la vita. Trent’anni fa ne fu un ispirato cantore Cesare Marchi in Quando eravamo povera gente. Gli indigenti restano tali anche dopo il riscatto sociale, come sosteneva Gabriel García Márquez, che nel romanzo L’amore ai tempi del colera ci ha lasciato per testamento questa frase: «“Ricco no”, disse, “sono un povero con i soldi, che non è la stessa cosa”». Stefano Lorenzetto. L’Arena.
L’Orchestra di Chicago che dirigo è un osservatorio internazionale di prim’ordine. Da lì vedo che un gran numero di orchestrali, forse il 40%, sono orientali. Hanno studiato e suonano la nostra musica. Questa è integrazione assoluta. Riccardo Muti (Pietro Visconti). Libertà.
Le mie sono state idee controcorrente fino ad anni recenti. Si era formato un blocco di potere accademico e mediatico di assoluta forza. Fu quando infine fu disegnata la globalizzazione e quando la sinistra portò nel nuovo tempio i suoi sconfitti penati. C’era gente che andava a inginocchiarsi nella sala cambi. Ricordo un dibattito dove un importante leader della sinistra mi disse: «Noi siamo stati legittimati dai mercati finanziari». Questo nel gennaio ’95. Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia (Antonio Signorini). Il Giornale.
L’antifascismo ad oltranza ha ulteriormente confuso le idee. Ma il fatto è che l’antifascismo non è semplicemente rimasto in vita dopo la morte del fascismo: in questo periodo si è, al contrario, sviluppato. Perché questo potesse avvenire, ha fatto uscire il fascismo dal suo alveo storico e l’ha inflazionato: ogni dittatura che non piaceva è stata considerata come fascista mentre il fascismo è una forma specifica di dittatura totalitaria; ogni provvedimento e addirittura ogni atteggiamento autoritario, specie quelli che non piacciono, sono stati denunciati come fascisti. Romolo Gobbi, Il mito della Resistenza. Rizzoli, 1992.
Un saggio locale mi ha spiegato che un taglio di capelli costa quanto un quintale di patate, 18 euro. Ma ha idea di quanto lavoro ci vuole per fare un quintale di patate? Brunello Cucinelli, impresario della moda (Francesco Manacorda). la Repubblica.
Nel 1916, appena trasferitosi a Milano lo scrittore francese Stendhal tornava ogni notte in piazza del Duomo, per «rivedere uno spettacolo di bellezza straordinaria e unica al mondo. L’architettura non mi ha mai offerto simili sensazioni». Stefania Chiaie. Corsera.
La castità che distrusse l’antico paganesimo disperderà anche il paganesimo moderno che non è altro che il sensualismo nel quale la filosofia moderna ha precipitato le nazioni. Monsignor G.M. Teloni, Alle giovinette cattoliche un aroma prezioso per essere sempre floride e felici. 1887.
La differenza. Tra un idiota ricco e un idiota povero: un idiota ricco è ricco, un idiota povero è un idiota. Coluche, Pensées et anecdotes. Le livre de Poche, 1995.
La giustizia nell’aldilà rende superflua quella nell’aldiquà. Roberto Gervaso. Il Messaggero.