ItaliaOggi, 12 giugno 2019
Meno studenti cinesi negli Usa
Trent’anni dopo la sanguinosa repressione della rivolta di piazza Tienanmen, il 4 giugno del 1989 (data tabù per il regime comunista di Pechino), i giovani cinesi di oggi non apprezzano più il sogno americano e l’idealismo incarnato dagli Stati Uniti ha lasciato il posto alla sete di prosperità.La fascinazione verso gli Usa è diminuita e sono meno gli studenti cinesi che si recano negli Stati Uniti per motivi di studio anche perché, nel frattempo, la Cina è in grado di formare i propri talenti e per questo è intenzionata a frenare la fuga dei propri cervelli verso l’estero.
In piena guerra commerciale fra Washington e Pechino, le autorità cinesi invitano a valutare appieno i rischi legati a un viaggio in America. Non basta, il governo dell’ex Impero di Mezzo ha accusato le autorità americane di aver messo sotto controllo i cittadini cinesi. Parole che rischiano di creare disincanto verso gli Stati Uniti nelle nuove generazioni.
Oggi sono circa 360 mila i cinesi che studiano in una università californiana e fra loro c’è chi ammette di non amare gli Usa perché deluso dalle disciminazioni subite dagli studenti asiatici e dalla guerra commerciale tra Washington e Pechino lanciata dal presidente, Donald Trump.
Fra gli studenti cinesi in America circola la convinzione che gli Usa intendano imporre la propria supremazia e frenare lo sviluppo dei paesi emergenti come la Cina, ha riportato Le Figaro. La democrazia dello zio Sam non rappresenta più un esempio per i giovani cinesi. Ma, tra loro, c’è chi ha un giudizio non così negativo nei confronti degli Usa. Tra quelli che sono andati a studiare in America c’è chi sostiene di avere una buona impressione degli Stati Uniti perché, hanno detto a Le Figaro, è possibile dedicarsi anche alle proprie passioni e non soltanto agli studi.
In realtà, i cinesi hanno spesso un rapporto ambiguo rispetto al mondo esterno: se i giovani manifestano toni nazionalisti quando la Cina è criticata o sfidata, questo nazionalismo ha poco impatto sulla loro vita quotidiana perché sono, comunque, molto influenzati dallo stile di vita e dalla cultura popolare degli Stati Uniti, consumano prodotti stranieri, viaggiano all’estero e vogliono studiare in Usa o nel resto dell’Occidente. Resta da vedere, secondo Le Figaro, se le tensioni sino-americane li obbligheranno a ripiegare sempre di più sul proprio paese.
Trent’anni fa, in Cina, la statua della Libertà era stata il simbolo delle speranze di democrazia di molti giovani manifestanti di piazza Tienanmen. Ma l’atmosfera è cambiata adesso, dopo decenni di crescita economica. La gioventù cinese subisce molto meno la fascinazione del modello americano, ha detto a Le Figaro Pierre Cabestan, sinologo all’università battista di Hong Kong. Diversamente dai loro coetanei dell’89 la nuova generazione non ha lo stesso idealismo. I ragazzi cinesi amano la prosperità, la sicurezza, l’ordine, e la maggior parte di loro si mantiene distante dalla politica e non ha le idee chiare in materia, ha riportato Le Figaro.
Il cambio di mentalità è il risultato dello sviluppo della Cina che è sempre più in concorrenza con gli Stati Uniti per la supremazia mondiale. La Cina è diventata più performante e crea sempre maggiore ricchezza. Inoltre, in alcuni settori ha affermato la propria superiorità, come internet, secondo quanto ha detto a Le Figaro Andy, 30 anni, manager di una società di video online a Pechino, che ha ammesso di aver ammirato il modello americano per molto tempo, ma ora non più. La Cina, ha detto, deve fare la propria strada.