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 2019  giugno 12 Mercoledì calendario

La Terza guerra mondiale (hard) non ci sarà mai

Sono passate due settimane dalle elezioni europee, a parte spostamenti che interessano solo gli studiosi di flussi elettorali, a livello complessivo, è successo quello previsto: forte arretramento di Ppe e di Pse, miglioramento di Liberali e Verdi, aumento delle Destre. Ovvia la soluzione trovata dai due sconfitti per rimanere al potere: aggiungere i Liberali e forse i Verdi. Sarà un caravanserraglio ma la governabilità è assicurata. Continuerà così a governarci il «pilota automatico» dei «competenti» con il solito software Bce-Commissione-Fmi, upgrade Grecia-Greta. D’altro canto, la piattaforma politica presentata dalla classe dominante europea ai loro popoli è sempre la stessa. Rimanere una semi potenza mondiale, leader assoluta nel commercio ma, in soldoni, fuori dai giochi della tecnologia e degli armamenti. Scegliere di essere semplicemente il mercato più ricco del mondo significa in prospettiva diventare una Disneyland museale. Premier provenienti da Hôtellerie & chef?Il dilemma di noi europei è tutto qua: nel Grande Gioco 2.0 con chi stare? La storia e la logica direbbero che non si può non stare con l’America di Donald Trump, (con chi starà la Russia di Vladimir Putin?) visto che occorre o accettarne il dominio o combattere il comunismo di Xi Jinping. L’Europa che si compiace (giustamente) dei suoi 70 anni di pace non racconta il prezzo che ha pagato (in politica nulla è gratis) a fronte di questa strategia suicida. Finge di non capire che la Terza guerra mondiale (hard), non ci sarà mai, solo perché è stata sostituita dalla Prima guerra mondiale (soft), già in corso.
Mi ha colpito uno studio della Rivista Evolution sullo scontro «culturale» fra due uccelli africani, il garrulo bicolore (Europa) e il drongo codaforcuta (Cina). Provo ad applicarlo alla politica. Sentenzia Evolution: «Un parassita, per definizione, impone un costo al proprio ospite. A volte, però, accade che l’ospite sia tollerante nei suoi confronti in quanto il parassita stesso può mitigare il danno perpetrato alle proprie vittime, aiutandole».
Un caso del genere è stato documentato dagli scienziati tra il drongo, che funge da sentinella del cibo «immagazzinato» da quel lavoratore accanito che è il garrulo, segnalando la presenza di predatori terzi. A volte però sono segnali falsi, è proprio lui, il drongo il ladro delle prede del garrulo, anche se finge che sia stato un terzo.
Ma il garrulo non è fesso. Sa che il ladro è il drongo, ma tace. Ha fatto quattro conti nel suo bilancio dare-avere. Ha concluso che gli conviene pagare una «tangente» al drongo, e così dedicare il tempo che avrebbe dovuto spendere al «controllo», per produrre più «ricavi». Dicono gli studiosi che il destino in prospettiva del garrulo è segnato: se non trova una soluzione per passare dal parassitismo al mutualismo è destinato all’estinzione.
L’Europa è ancora ferma al giudizio (salottiero) di indecenza verso Donald Trump, lei è ancora innamorata dell’eleganza inutile di Barack Obama (politicamente un vuoto a perdere) senza rendersi conto che è in corso da anni una nuova guerra (soft) Occidente-Cina per il dominio del mondo. Per come è impostata sarà spietata, non si faranno prigionieri, solo schiavi, come ai tempi dell’Urss.
Abbiamo permesso che la Cina, grazie a una globalizzazione selvaggia e al non rispetto delle regole sull’ambiente (sottoscrivere ma non rispettare è più criminale che non firmare), fosse profondamente integrata nell’economia occidentale. Così, a differenza di quella con i sovietici, una cortina di ferro con la Cina non danneggerebbe solo Pechino ma in particolare l’economia dell’Europa (Germania in primis) che ha investito miliardi e miliardi di euro per espandersi ad oriente.
Trump ha attaccato sui semiconduttori, dove i cinesi paiono in ritardo, solo per cercare di rallentare (se possibile far deragliare) il treno cinese. Un aspetto divertente sono le «terre rare» che sembrerebbero un imminente ricatto strategico perché possedute all’80% dai cinesi. Una fake truth istituzionale, le miniere di terre rare sono diffuse nel mondo, l’America le ha in California (sic!) ma le ha chiuse, perché la loro estrazione comporta inquinamenti devastanti. Solo la Cina le estrae perché nel dilemma «Ambiente-pil» ha scelto il secondo, indispensabile per dominare il mondo.
Mi metto nei panni dei millennial e della generazione Z. Alla loro età io ero sì preoccupato sul futuro (Terza Guerra Mondiale) ma tranquillo, mi fidavo dei miei genitori e di Winston Churchill, dei leader nazionali che culturalmente lo seguivano. Churchill aveva disegnato una strategia semplice ma impeccabile, l’aveva comunicata: lavoro e giustizia sociale in Occidente, e per battere il comunismo sovietico (il nostro nemico) arsenale atomico e cortina di ferro.
Quarant’anni di fermezza e di barra dritta, e l’Urss e il comunismo crollarono come birilli, coprendosi pure di ridicolo. Un satrapo e 2.800 ceo-gerarchi comunisti con gli occhi a mandorla, identici a Stalin e soci, non possono farci paura: la modalità vincente per combatterli l’abbiamo: la fermezza e il rifiuto.
Invece, noi europei ci siamo inventati un mondo con zero nemici, zero ideologie, zero religione, inquiniamo e ripuliamo, ci intossichiamo e ci disintossichiamo, pratichiamo la promiscuità e l’astinenza, siamo colti e zombie, siamo religiosi e atei. Viviamo in uno stato di perenne confusione fisica, morale, etica. In questa confusione, di distruzione sistematica dei nostri valori, delle nostre identità, non ho ancora capito che posizionamento strategico intendiamo lasciare ai nostri figli e nipoti.