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 2019  giugno 12 Mercoledì calendario

Biografia di Maria Cristina Ornano, toga rossa pasionaria

È il congresso di corrente. E Maria Cristina Ornano va a briglia sciolta. Succedeva nel passato, esattamente come nei meeting dei partiti, accade anche oggi. Ma colpisce la disinvoltura con cui la leader di Area, un pezzo della magistratura e non del Pd o di Rifondazione, colpisce e affonda i partiti di governo, nominandoli in lungo e in largo. Ornano è il segretario nazionale di Area che a sua volta nasce dalla saldatura di due componenti della sinistra giudiziaria italiana: Magistratura democratica, vivacissima e storica casa di tante toghe rosse, e il Movimento per la giustizia, fondato sul finire degli anni ’80 da Armando Spataro.
Ora c’è un nuovo contenitore, adattamento a questi tempi turbinosi e difficili, e le ultime generazioni scalpitano. A Roma, in platea, ci sono le icone, le facce riconoscibili che per un verso o l’altro hanno segnato le passate stagioni: il protagonismo mediatico della magistratura, le sue grandi battaglie, i duelli interminabili – a volte dalle solide motivazioni, in qualche caso sotto la spinta dell’ideologia – con la politica. Ecco Edmondo Bruti Liberati, Valerio Onida, Giovanni Maria Flick. Ma la relazione introduttiva spetta a lei: Maria Cristina Ornano, sposata, due figli, giudice al tribunale di Cagliari. Obiettivamente, sconosciuta ai più.
Ma questo è un problema che non riguarda solo lei: l’epoca dei Di Pietro, dei Caselli e delle Boccassini volge al termine. Oggi i giudici sono, almeno nella percezione collettiva, più defilati. Più distanti dalle prime linee della società, intasate dalle questioni dei migranti e della crisi economica. Potrebbe essere l’occasione per avviare una riflessione più pacata e distesa, anche perché fuori quel che arriva all’opinione pubblica non è proprio da incorniciare: lo scandalo innescato dall’inchiesta di Perugia, i sospetti imbarazzanti, il Csm semiparalizzato e sull’orlo di un regolamento di conti fra correnti, il nome di Luca Palamara spalmato tg dopo tg a mostrare non successi e manette ma trame di potere e meschinità. Ma l’opportunità non viene colta, forse perché i congressi di corrente, anche nei giorni in cui la lottizzazione degli incarichi è oggetto di feroci critiche, devono andare cosi. Ornano arringa come una pasionaria prestata da un’assise della sinistra piu’ radicale. Nel suo curriculum racconta di essersi occupata di «criminalità organizzata, traffico di armi e stupefacenti, rapine e sequestri di persona». E ancora, il magistrato spiega di aver seguito numerosi procedimenti «per omicidio volontario, tratta e riduzione in schiavitù, pedopornografia e violenza sessuale». Ma la sua passione è la politica, da sempre un pallino delle toghe progressiste. Negli anni ’70 Md, la sigla da cui proviene e di cui è stata segretario regionale, predicava il superamento dello stato borghese. Ora l’avversario, sempre per conto del popolo italiano, è Matteo Salvini. E la sua linea «razzista e xenofoba». Testuale. I tempi cambiano, la storia si ripete.