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 2019  giugno 12 Mercoledì calendario

Doniamo meno sangue

Generosi e altruisti, ma sempre un po’ meno rispetto al passato. Negli ultimi dieci anni gli italiani che hanno scelto di donare il sangue sono diventati meno numerosi. Un trend in calo che sembra essersi fermato e stabilizzato lo scorso anno. Nel 2017 i donatori sono stati poco più di un milione e 680 mila, in calo di 8 mila unità rispetto all’anno precedente ancora. E nel 2018 la situazione sembra non essere né peggiorata e né tantomeno migliorata. Ma, come ogni anno, si teme per le disponibilità in estate, la stagione in cui le donazioni tendenzialmente diminuiscono. Per questo, in questo periodo più che mai, è bene tenere a mente lo slogan Sangue sicuro per tutti. Dona sangue, salva la vita, scelto in occasione della 15esima edizione della Giornata mondiale del donatore di sangue che si celebra venerdì 14 giugno.
LE INIZIATIVE
Questa mattina il Centro nazionale del sangue (Cns) presenta gli ultimi dati sul sistema sangue in Italia e le iniziative della campagna dedicata ai donatori. Per fortuna il nostro Paese si conferma ancora una volta autosufficiente, ma solo grazie alla compensazione tra regioni, a cui ricorrono più frequentemente alcune parti d’Italia invece di altre. Specialmente nel periodo estivo. La carenza di sangue si fa sentire di più in alcune città della Puglia e in Sicilia. Ma anche nel Lazio, tra le regioni italiane «meno generose», nonostante le numerose e capillari iniziative promosse dalle associazioni.
«La Giornata mondiale dei donatori del sangue rappresenta per noi l’occasione di ringraziare tutti i donatori che sostengono il sistema sangue e con esso l’intero Sistema sanitario nazionale», dice Aldo Ozino Caligaris, presidente nazionale di Fidas, Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue. «Ma è allo stesso tempo l’occasione per invitare ancora più italiani a donare il sangue, specialmente in vista della stagione estiva che rappresenta quasi sempre un periodo critico per il sistema», aggiunge, invitando a seguire le iniziative delle associazioni sul territorio (www.fidas.it).

LA BUONA NOTIZIA
«È importante che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale e che garantiscano una organizzazione della rete regionale di medicina trasfusionale tale da mantenere costanti i livelli di raccolta di plasma e sangue anche durante i mesi estivi», conferma il direttore del Cns Giancarlo Maria Liumbruno. 
La buona notizia di quest’anno è che nel 2018 sono aumentate le donazioni di plasma, componente del sangue fondamentale per la preparazione di farmaci salvavita. Nel 2018 sono stati conferiti alle aziende che lavorano il plasma circa 840mila chilogrammi di plasma, 4mila in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia, si teme molto per il futuro. La popolazione invecchia, molti donatori vanno in pensione e c’è bisogno dell’aiuto dei più giovani.

LA STORIA
Come Vincenzo Miccichè, che il 24 febbraio scorso, esattamente nel giorno del suo 18esimo compleanno, ha deciso di diventare donatore. «È qualcosa a cui pensavo da tempo, ma dovevo aspettare di diventare maggiorenne per farlo», racconta il giovane di Caltanisetta. «Così sono diventato donatore lo stesso giorno del mio compleanno e hanno fatto lo stesso altri miei due compagni di classe», aggiunge. «La mia è una famiglia di donatori, ma quello che mi ha colpito di più – spiega – è la storia di una mia compagna di classe, che ha donato il sangue a suo padre che ne aveva bisogno», ricorda Miccichè, aspirante ingegnere informatico. Da qui la decisione di diventare donatore, ispirando anche altri due suoi amici. 
Di questa generosità sono migliaia e migliaia di italiani che si «nutrono» per sopravvivere. Andrea Valentino Tetto, torinese di 47 anni, deve letteralmente la sua vita a quelle circa 1500 sacche di sangue che gli sono state donate. «Avevo 18 mesi di vita quando ho ricevuto la prima trasfusione di sangue», racconta. «Sono nato con una malattia che si chiama talassemia, causata da un difetto genetico che impedisce una normale produzione di emoglobina. Da qui – continua – la necessità di continue trasfusioni, circa tre sacche al mese». Senza questo sangue Tetto, così come gli altri settemila italiani con talassemia, non potrebbe sopravvivere.

IL GESTO
 «Durante le trasfusioni mi capita spesso di pensare a chi ha donato quel sangue, capace di ridarmi energia vitale. Credo che donare il sangue sia il più bel gesto che un essere umano possa fare per un’altra persona», dice Tetto, oggi presidente dell’Associazione Malati Anemia Mediterranea Italiana. «Cos’altro può esserci di più bello di donare una parte di sé stessi a perfetti sconosciuti?».