la Repubblica, 12 giugno 2019
La moda a misura di Greta
Primo comandamento, non inquinare. La moda, che ha le orecchie spalancate sul mondo e capta rapidamente ogni mutamento degli stili di vita, ha già capito che il grido di allarme di Greta ha fatto breccia. Così fa della sostenibilità ambientale un impegno primario. Nonostante parta dall’essere il settore più inquinante del pianeta, secondo solo a quello del petrolio. Ogni anno si vendono 8 miliardi di nuovi capi nel mondo, un numero via via in crescita, mentre la produzione di una sola t-shirt può arrivare a sparare nell’atmosfera da 1,5 a 3,6 chili di Co2. Da campione di inquinamento a fautrice di disinquinamento, il tragitto quindi è accidentato. Ma ci prova la maggioranza dei 1.220 brand di moda maschile, il 45% esteri, che presentano le nuove collezioni per la primavera estate del 2020, da ieri a venerdì in Fortezza da Basso, per la 96° edizione di Pitti Uomo, la più autorevole anteprima di moda maschile al mondo. E ieri il sindaco Dario Nardella ha inaugurato la kermesse alla presenza del ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, promettendo «il primo ufficio che si occupi solo di moda e design». La nuova moda parla soprattutto ai giovani 4.0 che, convinti della fine dell’epoca della tendenza unica a favore del mix di tutte le tendenze e di tutti gli stili passati, da seguaci delle mode a conduttori del gioco, intrecciano l’essere digitali e al tempo stesso innamorati della natura, la passione tecnologica con la consapevolezza ambientale. Così la t-shirt si redime, per esempio mescolandosi all’indaco, una volta usata, e lasciandosi riciclare nel denim giapponese e sostenibile Kurabo usato da Roy Roger’s. Mentre la polo di Brooksfield, che sembra nata per enfatizzare lo spirito leggero e vacanziero dell’estate, è in un cotone organico e tinta al naturale. Per evitare lo spreco dell’usa e getta, Eastpak offre per i suoi zaini una garanzia di 30 anni. Herno lancia il progetto eco friendly Herno Globe iniziando con un parka, un gilet, una giacca e un bomber in nylon riciclato e colorato con bucce di cipolla, uva e olive. Riciclo anche nell’abbigliamento luxury da mare che allegerisce gli oceani da tonnellate di bottiglie di plastica trasformate in seducenti costumi da bagno in cotone organico e poliestere (Malmok). Il cotone ingualcibile delle camicie Xacus è anche organico, con tanto di certificato di sostenibilità e tracciabilità. Sostenibili anche le calzature che per Moreschi adottano la suola in gomma riciclata.
Coniugare gli opposti, è l’altra storia di Pitti. Sostenibilità e tecnologia, attitudine sportiva o street e culto dei dettagli, i tagli, i codici, l’eleganza formale ma leggera. Ne deriva uno stile rilassato ma mai eccessivamente over, vedi il blazer decostruito, le giacche in maglia (come è in maglia la collezione estiva di Cividini che grazie a filati sottilissimi riesce a essere fresca e leggera) o l’abito wash and wear (lava e indossa) di Paoloni. Si incrociano heritage e innovazione, come le giacche e gli spolverini di Tagliatore che navigano tra nostalgie rock anni 50 e nuove garze. Finché RRD-Roberto Ricci Designs taglia corto e riunisce il tutto saldando, grazie alla sua ricerca in Holistic Technology, in un unico tessuto multiuso – adatto alle pazzie del clima ma sorprendentemente leggero – materiali diversi come Lycra, membrane impermeabili, lana cotta, pile, piume.