Corriere della Sera, 12 giugno 2019
L’asse Pd-Lega per i sexy shop
Racconta Massimo Ungaro, giovane deputato del Pd e membro della commissio-ne Finanze della Camera, che proprio non s’aspetta-va ieri pomeriggio che la maggioranza gialloverde Lega-M5S sposasse in pieno, senza troppe resi-stenze, «anzi!», la rifor-mulazione, da lui perora-ta, insieme ai colleghi Ro-berto Giachetti e Luigi Ma-rattin, del comma 3 del-l’articolo 30-bis del decre-to crescita. Di cosa stiamo parlando? La riformulazio-ne del comma 3 permette-rà, ora, anche ai sexy shop di accedere alle agevola-zioni per la promozione dell’economia locale pre-viste dal governo. Robusti incentivi economici per 4 anni «in favore dei sogget-ti che procedono all’ampliamento di eser-cizi commerciali già esi-stenti o alla riapertura di esercizi chiusi da almeno sei mesi» nei Comuni sot-to i 20 mila abitanti. Lune-dì è prevista l’approvazio-ne col voto di fiducia alla Camera, poi passerà all’e-same del Senato. Secondo i dati raccolti fino al 2017 dall’Associazione per lo studio psichico e la ricerca in sessuologia (Asper) sono 700 i sexy shop in Italia, con un volume d’affari oltre il miliardo di euro (ora in netto calo per il boom dell’online). Il 31% dei maschi italiani ammette di farvi spesso visita e il 20,3% ci va a fare acquisti con la partner. «Qui non facciamo la battaglia per i sexy shop, facciamo una battaglia culturale», ha tuonato in commissione Roberto Giachetti. «Approvata la norma all’unanimità, anche questo è la Lega dalla parte della gente», ha scritto su Facebook il leghista Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione Finanze e sindaco di Arona (Novara). E tutti favorevoli i commenti al suo post. Arona conta 14 mila abitanti, quindi sarà tra i Comuni beneficiari degli incentivi.