Corriere della Sera, 12 giugno 2019
Mezze aperture francesi a Fca per la fusione con Renault
PARIGI Alla vigilia dell’assemblea generale di Renault che si tiene oggi a Parigi continuano i movimenti su tre fronti: Renault, Nissan e anche Fca. La presenza di Toby Myerson, uno dei manager di Fca che ha negoziato il progetto di fusione con Renault, è stata segnalata lunedì presso la sede di Nissan e ancora ieri la ministra francese dei Trasporti, Elisabeth Borne, ha ribadito che il dossier della fusione Renault-Fca «non è chiuso». Le manovre di queste ore sembrano puntare a un chiarimento con i giapponesi che potrebbe preludere a una ripresa dei negoziati con Fca. Il governo francese e Renault vengono da anni di rapporti tesi con Nissan: prima la decisione dell’allora ministro Macron, nel 2015, di raddoppiare i diritti di voto dello Stato francese in Renault; poi i progetti di fusione Renault-Nissan più volte tentati e falliti, fino al clamoroso arresto di Carlos Ghosn, il fondatore dell’alleanza, sei mesi fa all’aereoporto di Tokio, sulla base di documenti forniti da Nissan. I faticosi tentativi di chiarimento tra lo Stato francese (principale azionista di Renault con il 15,01%) e Nissan sono proseguiti anche nello scorso weekend, quando il ministro Le Maire ha approfittato del G20 in Giappone per parlare con i vertici della casa nipponica.
Il governo di Parigi non esclude più di diminuire la quota in Renault e accetta che Renault possa scendere dal 43% che attualmente detiene in Nissan. C’è poi la questione della leadership di Renault, con il presidente Jean-Dominique Senard fortemente indebolito dopo il fallimento di Fca-Renault. Nel braccio di ferro tra Francia e Giappone, Senard ha scritto al ceo di Nissan, Hiroto Saikawa, informandolo che potrebbe non votare la nuova governance con la creazione di tre comitati interni in occasione dell’assemblea del costruttore giapponese, il 25 giugno.
Sullo sfondo resta il rimpianto per l’affare sfumato con Fca e la possibilità che la trattativa si riapra. «Era una buona opportunità», ha detto ieri l’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset. «Ci sono alcuni casi che non si concretizzano, altri che non si sono ancora concretizzati».