Anteprima, 11 giugno 2019
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Biografia di Mario Mangiarotti
Mario Mangiarotti (1920-2019). Schermidore. Medico. Con i fratelli Edoardo e Dario ha vinto medaglie e titoli sotto la guida del padre Giuseppe. Marco Mangiarotti: «Mario, liceo classico al milanese Berchet con i fratelli Fabbri e il compositore Carlo Alberto Rossi, studi da privatista di pianoforte al Conservatorio, poi medico e cardiologo di valore, è stato il progetto più normale di papà Giuseppe. Ma non meno intrigante. Il suo allievo più completo, possibile olimpico, alle tre armi, innanzitutto. Un esteta della scherma, diceva papà Giuseppe. E c’è comunque un prima e un dopo la Seconda Guerra Mondiale. Mario entra nel giro della nazionale di spada nel 1938, quando Edo ha già vinto l’oro a squadre a Berlino e Dario è già titolare da qualche anno. È il quinto, sesto uomo di una squadra di campioni olimpici inamovibili, fa le Olimpiadi Universitarie, oro a squadre a Vienna 1939, ma arriva secondo agli assoluti nel 1940. In quell’anno si segnala come uno dei più promettenti giovani sciabolatori europei. Giuseppe Mangiarotti era stato a Budapest da Santelli, inventore della sciabola moderna e maestro d’armi degli Asburgo, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e Mario è la prova di una scuola completa alle tre armi. Poi la guerra, gli esami di medicina, il matrimonio con Eugenia Gavazzeni, nazionale di fioretto. Nel 1947 partecipa con lei alle Universiadi di Parigi: oro a squadre con Edo e bronzo individuale di spada, davanti a Edo e Carlo Pavesi. Lavora come medico a Bergamo, segue la specialistica in Cardiologia a Pavia, due sere a settimana si allena a Milano in Sala Mangiarotti, con cui vince per tre anni il Challange Le Coutre a Losanna, il più prestigioso trofeo europeo per club (1947, 1948, 1949). Erano anni in cui alcuni trofei, la Monal di spada a Parigi, la Giovannini di fioretto a Bologna, contavano quasi quanto un mondiale, sicuramente più duri perché c’erano tutti i più forti. Edoardo Mangiarotti era infatti orgogliosissimo dei suoi tre Monal e tre Giovannini, nonostante le decine di medaglie in bacheca. E i tre fratelli restano con la Sala Mangiarotti imbattuti per club […]. Nel 1951 Mario è Campione d’Italia a Squadre con Dario ed Edoardo e terzo nell’individuale dopo di loro, per la prima volta non riserva ma titolare ai Mondiali di Stoccolma, dove conquista l’argento a squadre di spada. Continuerà poi a tirare per qualche anno, anche per i colori della Società del Giardino. Dal 1947 al 1980 è stato Presidente Internazionale di Giuria alle tre armi. Sulla sua maschera, e non solo, un motto: “Mai Morto”» [Quotidiano.net].