ItaliaOggi, 11 giugno 2019
L’esercito cinese arruola un robot per formare i medici da prima linea
Prestare soccorsi ai soldati feriti sul campo di battaglia resta una priorità anche per l’esercito più grande al mondo, quello cinese. E l’esercito popolare di liberazione, nel tentativo di addestrare il personale medico al proprio servizio, ha arruolato Warrior. Si tratta di un simulatore medico, con tanto di cuore pulsante, che ha l’obiettivo di ammodernare l’assistenza sanitaria del corpo militare. Ne ha dato notizia il People’s Liberation Army Daily, il quotidiano delle forze armate cinesi, spiegando che il robot dalle sembianze umane è capace di fornire feedback in tempo reale ai medici impegnati a salvargli la vita: grazie ad oltre 30 sensori tecnologici sparsi sul corpo, può simulare più di 300 tipologie di ferite e traumi che i soldati possono subire sul campo di battaglia. Il quotidiano ufficiale dell’esercito ha ribadito che Warrior fa parte di un progetto più ampio per rafforzare le competenze mediche militari.Warrior non è solo un manichino vestito da soldato con qualche sensore sparso qua e là. Come detto ha un proprio battito cardiaco, è in grado di respirare, tossire e lamentarsi mentre i tirocinanti fanno pratica sulla sua «pelle». I futuri medici militari possono tenere monitorata la pressione sanguigna, per esempio, ed altri parametri vitali.
Questa fedele riproduzione di un soldato ferito è stata completamente sviluppata in Cina da un gruppo di ricerca guidato da Zhao Yimin, professore dell’università medica militare, che è uno dei principali fautori dell’addestramento e della formazione sanitaria in campo militare. Se prima i tirocinanti si allenavano su simulatori acquistati all’estero, ora avranno un dispositivo Made in China.
La decisione di potenziare l’addestramento medico militare non arriva a caso. Il South China Morning Post ha raccolto l’opinione di Zhou Chenming, un esperto di strategie militari, che ha spiegato al giornale che qualche cosa è cambiato nella testa dei vertici dell’esercito quando diversi membri delle forze di pace cinesi impegnati nelle missioni Onu in Sud Sudan e Mali sono caduti sul campo di battaglia. «La Cina è in ritardo nella formazione medica», ha sentenziato Zhou.
Ma il punto di vista di un ex comandante dell’esercito è un tantino diverso: la Cina vuole prepararsi agli scenari di guerra futuri, dove le armi hi-tech saranno protagoniste e dove saranno necessarie cure mediche di migliore qualità. «Le stazioni mediche sul campo così come gli ospedali militari cinesi dovranno migliorare, anche se l’esercito ha già compiuto qualche progresso in tal senso», ha concluso l’ex militare.