Libero, 11 giugno 2019
L’isteria colpisce anche l’uomo
Si è sempre creduto che fosse un puro disturbo psicologico, che avesse un’origine di intima conflittualità e che quindi non fosse una vera e propria malattia, bensì una condizione tipicamente femminile, caratterizzata da instabilità emotiva che si ripercuoteva sul corpo provocando sintomi motori e sensitivi, che potevano arrivare fino agli spasmi, alle convulsioni e alla perdita di coscienza. Oggi invece, per la prima volta al mondo, è stata individuata una causa organica dell’isteria, una sindrome considerata quindi non più puramente psicosomatica, non soltanto un disturbo neurologico funzionale, ma classificata come una reale patologia cerebrale provocata da una precisa causa scatenante. Uno studio tutto italiano, condotto all’Università degli Studi di Milano e pubblicato sulla rivista scientifica americana Neurology, ha individuato qualcosa di diverso nella chimica dell’encefalo dei pazienti isterici, ossia alte concentrazioni di glutammato e glutammina in certe aree della corteccia limbica, quelle coinvolte nella regolazione delle emozioni, dell’umore e del comportamento, con una netta correlazione proporzionale tra l’incremento di questi anomali accumuli e la gravità del disturbo, che altererebbero la normale funzione dei neurotrasmettitori encefalici, favorendo lo sviluppo della sintomatologia isterica. Ciò non significa che gli aspetti psicologici della condizione siano venuti meno o siano trascurabili, ma la scoperta italiana ha individuato un marcatore organico di questa sindrome, che può quindi essere misurato e curato con farmaci in grado di modulare l’ospite sgradito: il glutammato nel cervello.
CONFLITTI PSICOLOGICI
Le principali fonti alimentari di acido glutammico sono il glutine e la caseina del latte animale, e questo acido, oltre al ruolo di costituente delle proteine, nel sistema nervoso è anche un neurotrasmettitore eccitatorio, il quale, per attraversare la barriera ematoencefalica, cioè per arrivare al cervello, viene convertito in glutammina, il cui accumulo patologico causa danni neuronali da eccitotossicità, esattamente come avviene nelle sclerosi progressive e nella malattia di Alzheimer. La ricerca italiana, realizzata con risonanza magnetica spettroscopica, una particolare tecnica neuroradiologica, ha analizzato la chimica del cervello dei pazienti isterici, individuando nella glutammina la composizione acida responsabile dell’accumulo patologico nelle aree affette. I pazienti isterici sono sempre stati difficili da trattare in quanto ribelli alle cure, spesso consultano differenti specialisti, non accettando di essere considerati instabili psicologicamente ed emotivamente, ed è un dato di fatto che l’isteria è tuttora un’etichetta che viene attribuita al genere femminile (dal greco hysteria, che significa utero). Un’eredità che arriva da tempi lontani, frutto di pregiudizi maschili, al punto che tale condizione è stata da sempre il primo disturbo mentale attribuito esclusivamente alle donne. Gli attacchi isterici, clinicamente espressi con sintomi simili a quelli dell’epilessia, seguono spesso una fase emozionale molto intensa, che il soggetto, mediante autosuggestione, utilizza come reazione violenta per comunicare uno stato emotivo estremamente negativo che non sa controllare, e dal quale non vede via d’uscita, e che esplode in forme cliniche polimorfe, potendo cioè simulare od imitare tante malattie, da quelle organiche a quelle neurologiche. In psicologia l’isteria è sempre stata considerata un disturbo mentale in cui i conflitti psicologici si manifestano attraverso sintomi somatici, che vengono inconsciamente tradotti come sintomi fisici (come cecità o paralisi muscolari temporanee) uniti a gravi reazioni dissociative, con brusche interruzioni di funzioni quali la coscienza, l’identità e la percezione. In passato l’isteria veniva ricollegata alle alterazioni ormonali delle emozioni dovute al ciclo mestruale, e i sintomi isterici sono diventati talmente noti da essere entrati nel linguaggio comune, e imputati alle donne con espressioni popolari tipo: non fare l’isterica, mi fai venire una crisi isterica, sei in fase mestruale ecc.
COPIONE BANALIZZATO
Nei secoli il comportamento isterico, che indubbiamente era maggiormente utilizzato dalle donne e veniva additato e catalogato come “sintomo” femminile, nell’uomo in cui era presente veniva invece riconosciuto come caratteristica maschile dominante, e quindi come un comportamento caratteriale fisiologico e niente affatto patologico. In realtà si può tranquillamente affermare che l’isterismo colpisce ambedue i generi, ed è sempre la manifestazione di una “ribellione”, intesa come non accettazione di ricoprire ruoli o asservire doveri che il “senso comune” cerca di imporre, al punto che la moderna psichiatria fa rientrare oggi i sintomi di isteria nella famiglia degli “attacchi di panico”, le cui manifestazioni sono simili, hanno una base fisiologica comune e sono catalogate come la versione moderna della vecchia isteria. Purtroppo ancora oggi la sindrome isterica viene tirata in ballo quando una donna si ribella a un ordine, quando contesta od alza la voce, quando cerca di imporre le proprie ragioni, oppure il termine isterica viene usato in senso dispregiativo, come sinonimo di frigida o sessualmente insoddisfatta, come un copione preconfezionato e banalizzato, una constatazione desolante sbagliata, oltre che ingiusta, che negli anni si è insinuata e radicata nella mentalità maschile. Certo è che l’isteria, con le sue manifestazioni, è sempre apparsa come una patologia stravagante, con sintomi prepotenti, per certi versi sfuggenti ed incontrollabili, espressione della misteriosa natura femminile, per la quale non erano mai state trovate cause organiche, anzi, veniva vissuta come un disturbo sicuramente generato da una mancata soddisfazione genitale, per la quale venne addirittura inventato e costruito, in Europa e negli Stati Uniti nell’epoca vittoriana, uno strumento elettromeccanico considerato terapeutico ed appagante, concepito per curare (non certo per il piacere): il vibratore vaginale. L’isteria ha dato un contributo fondamentale alla nascita della psicoanalisi, che fin dall’inizio l’ha iscritta tra le nevrosi, e Freud la fece diventare un’espressione fisica e psicologica di conflitti interiori legati principalmente alla sessualità, ma considerando che la scienza, fino al secolo scorso, era un territorio esclusivamente maschile, si comprende come la natura femminile sia stata studiata e definita da saperi e poteri inevitabilmente maschilisti, attraverso i quali sono nate norme sociali e credenze popolari che oggi assumono connotati diversi.
NUOVE TERAPIE
Ora invece sappiamo che l’isteria non coincide più con il femminile, non è scatenata da una condizione di fallopenìa, ma è favorita da un accumulo di acido glutammico nel cervello, al pari di molte malattie neurodegenerative, anche se questa sindrome può insorgere già in età giovanile, dal periodo post-puberale in poi. La ricerca italiana succitata, infatti, ribalta completamente l’immagine psicotica della donna isterica, negli anni definita nevrotica, instabile, impressionabile, incontrollata, esaltata, irrazionale, volubile, capricciosa, bizzarra, paranoica e un po’ pazza, tuttora addirittura raccontata con questo abito nella pubblicità corrente, inquadrandola in un ambito patologico ben preciso, che va curato al pari degli attacchi di panico, e che apre la strada allo sviluppo di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche.