il Giornale, 11 giugno 2019
I numeri di Starbucks a Milano
Ricorda la magica fabbrica del cioccolato del film Willy Wonka il mega store di Starbucks a Milano, la prima Reserve Roastery in Europa, anche se il protagonista è il caffè. Ma quanto è costato al colosso Usa il locale di 2.400 metri quadri aperto il 6 settembre in piazza Cordusio? Quasi 23,4 milioni di euro sono stati registrati alla voce immobilizzazioni immateriali. Di questi, 1,2 milioni sono stati spesi per ampliare le consulenze e le attività relative all’ottenimento delle autorizzazioni e permessi per la costruzione della terrazza davanti all’ex Palazzo delle Poste. Come immobilizzazioni «materiali» (impianti, macchinari, attrezzature e arredi) sono stati indicati invece 16,7 milioni. Il solo evento per l’inaugurazione del mega store è costato 1,9 milioni. Mentre il canone di locazione dell’immobile di proprietà del fondo Blackstone è di quasi 2,3 milioni l’anno. Il contratto di affitto ha una durata di 15 anni e prevede un periodo iniziale di free-rent pari a 16 mesi (scaduto a dicembre dell’anno scorso).
Le cifre, non ufficializzate al momento dell’inaugurazione, emergono dal bilancio di Starbucks Italy Srl (costituita il 14 febbraio 2017) chiuso al 30 settembre 2018. Conti archiviati con una perdita di 574.539 euro (rispetto ai -5.813 euro dello stesso periodo dell’anno precedente). Sul fronte dei ricavi, quelli generati dalle vendite registrate tra il 6 e il 30 settembre 2018 sfiorano i 778mila euro. Il 22 giugno dell’anno scorso la società Usa ha inoltre firmato con Princi un accordo per la fornitura di prodotti da forno e di pasticceria da rivendere all’interno del negozio: il contratto prevede l’erogazione a Princi di un contributo di 600mila euro (più un altro assegno di 84mila euro staccato nel marzo scorso a conclusione dei lavori) per l’ampliamento e la ristrutturazione dei locali destinati alla preparazione all’imballaggio dei prodotti. Princi, dal canto suo, riconosce a Starbucks una commissione pari al 12,5 per cento.
Successivamente alla Roastery, sono stati aperti a Milano altri negozi più piccoli concessi in licenza (con il modello del franchising) dalla società americana al gruppo Percassi. Ma nel mondo ci sono solo altre due Reserve Rostery come quella italiana, a Seattle e a Shangai. In autunno, la celebre catena di caffetteria Usa dovrebbe aprire la sua prima sede nella zona dei Musei Vaticani. Ed è in programma anche un altro punto vendita, sempre nella Capitale e sempre in autunno, ma in una zona ancora top secret. La zona dei Musei Vaticani era già finita nella bufera in seguito alla decisione di un altro grande marchio americano, McDonald’s, di approdare al di là del Tevere, in un tipico rione capitolino che era rimasto ancora «incontaminato» dalle catene commerciali d’oltreoceano nel settore della ristorazione. Le trattative sono aperte anche per un nuovo negozio a Firenze dove si parla di una possibile operazione con l’editore Giunti.