Libero, 9 giugno 2019
Myrta Merlino, dalla fossa delle Marianne alla prima serata
Quando nel 2005 Myrta Merlino si presentò all’intervista con il governatore della Banca centrale tedesca Hans Tietmeyer, ai piedi aveva un paio di Superga. All’epoca era la conduttrice di Economix, un programma di economia che andava in onda per mezz’ora su Rai Educational e Rai Tre, a mezzanotte e quaranta. Tietmeyer, arcigno fustigatore di governi europei, abbassò lo sguardo sulle calzature, strabuzzò gli occhi e, forse per la prima volta di fronte a un giornalista, si fece scappare, in inglese, una reazione inaspettatamente cortese: “Belle scarpe!”. Myrta Merlino, 51enne napoletana che ora fa coppia con l’eroe del Mundial Marco Tardelli, dal 2011 a oggi ha lavorato dal lunedì al venerdì su La7 fino a conquistarsi la tiara di regina della mattina: la sua L’aria che tira era nata come una trasmissione delle 11 che doveva durare 23 minuti (“La mia fascia era la fossa delle Marianne della rete”, commentò), appena prima della Parodi che poi spadellava per due ore. La gente l’ha amata e i minuti sono diventati stretti: è arrivata prima a tre quarti d’ora, poi a un’ora e mezza, e oggi siamo a due e mezza, che partono con il “Mambo italiano” di Sofia Loren. Il successo nella fossa delle Marianne diede frutti, e nel 2014 mise la testa fuori dall’acqua conquistando la prima serata del lunedì, rimasto senza Piazzapulita. Ora, le tocca di passare le Alpi, perché da martedì prossimo, per tre settimane, metterà di nuovo i piedi in prima serata, ereditando da Giovanni Floris la fascia di Di Martedì, che La7 ha chiuso come previsto lo scorso 4 giugno, salvo poi accorgersi che il dibattito politico non accennava a quietarsi e che si era creato un pericoloso buco in zona talk show. La trasmissione si chiamerà Speciale, l’aria che tira e andrà in onda alle 21,15. A L’aria che tira, quella del mattino, Myrta Merlino non ha perso le caratteristiche di quella che andò a intervistare uno dei più importanti uomini della finanza europea vestita come veniva. Ha riposto le Superga e si è issata su un paio di tacchi, ma ha sempre dei modi che fanno sembrare i talk show meno artefatti di quanto in realtà sono: «Lo studio è diventato casa mia, ho perso ogni freno inibitore», disse in un’intervista, «se non capisco chiedo, se non mi piace una risposta lo dico, se voglio fare una battuta la faccio. Preferisco che un critico televisivo trovi da ridire dandomi della Sòra Cecioni, piuttosto che cambiare tutto questo e mettermi a fare la pantomima del talk show paludato, in cui nessuno mi vede, a partire da me». Un esempio: al tempo in cui Silvio Berlusconi diceva che gli ottanta euro di Matteo Renzi erano «una mancetta elettorale» (era il 2014), la Merlino accolse l’ex premier in studio con una coppa di verdure. I FAGIOLINI O meglio, di fagiolini: poco tempo prima la fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale, si era lasciata sfuggire che ad Arcore, prima del suo arrivo, si pagavano i fagiolini ottanta euro al chilo. Berlusconi quella volta venne colto di sorpresa e non riuscì a essere ironico, rispose stizzito: «Non so quanto spendiamo. Sono cose da donna». Per arrivare a una tale serenità è anche passata attraverso la forca caudina dei comportamenti non sempre signorili dei suoi ospiti, grazie ai quali, però, si è fatta le ossa. Ecco i due più noti: nel 2005, il giorno del suo esordio a Economix, Giulio Tremonti, all’epoca ministro dell’Economia, si alzò e lasciò lo studio. Lei gli aveva chiesto conto di una cifra che non le quadrava, e questo lo aveva innervosito, e peggiorò la situazione citando Eugenio Scalfari, che di Tremonti diceva: «È il genio che mi ha messo in mutande». «Gli prese una crisi isterica», raccontò in seguito la Merlino, «Se ne andò urlando “Me la pagherà”». Il secondo episodio riguarda Dominique Strauss-Kahn, ministro delle finanze francesi dal 1997 al 1999: la giornalista gli chiese un’intervista e si presentò con l’operatore. Lui li accolse in camera, in vestaglia, disse che voleva concordare prima le domande e cacciò il collega con la telecamera. Quando la porta tornò chiusa, Kahn provò a baciarla, gli arrivò un ceffone. Alan Friedman, all’epoca capo della Merlino, reagì al racconto della sua giornalista in un modo che oggi farebbe trasalire chiunque: la rimproverò, «ricorda: essere sempre più importante portare a casa osso». IL PUBBLICO Risultare simpatica al pubblico, in particolare quello della mattina, che è composto dai giudici più ostici e allo stesso tempo quelli che ti amano di più, casalinghe, anziani, disoccupati, cassintegrati, esodati, e riuscire a raccontare loro la politica, l’attualità e l’economia, saltando da un argomento all’altro con naturalezza («Sono supersecchiona») non è da poco. Per di più, la Merlino ha una formazione economica: iniziò sulle pagine di economia de Il Mattino di Napoli, sotto la guida di Paolo Graldi («Il mio angelo custode», disse lei); nel 1994 era già autrice in tv, con Giovanni Minoli a Mixer; poi vennero il talk show economico Italia Maastricht, Energia, Mister Euro, La Storia siamo noi, Effetto Domino. Tutti programmi che trattavano di economia. Dev’essere che ha lavorato troppo con primedonne – Friedman prima (che cercò pure di rubarle un’intervista a Massimo D’Alema, quando ancora contava qualcosa), Minoli poi («È un capo con cui non si può discutere, ma è generoso») – ma alla Merlino piace parlare di gente normale e per gente normale. È indefessamente pop e sa unire l’educazione a un gran senso dello spettacolo, tanto da indossare abiti da uomo e baffi nello studio di Bruno Vespa per protestare contro la stupidità della festa della donna, e da infilarsi la maglietta di Totti quando il campione fece una doppietta nei soli quattro minuti in cui fu in campo. Pop ma anche allergica alle semplificazioni della tv e del populismo: «Funzionano, ma sono una trappola: stiamo affrontando cambiamenti epocali trattandoli con gli strumenti della cronaca. Bisognerebbe fare lezioni su Trump, la Corea, le migrazioni oceaniche, la classe media che precipita, il terrorismo».