Corriere della Sera, 10 giugno 2019
Le nuove Citroen
Nel 1919 un’informazione impiegava in media otto minuti a completare il suo percorso; adesso viaggia in tempo reale. Nel 1919 la densità della popolazione era differente, anche in termini di distribuzione, rispetto ad oggi. Invece nel 2050 si stima che il 68% delle persone vivrà nei centri urbani. Però avrà la voglia di spostarsi «fuori mura» per rilassarsi.
È anche su questi concetti che Citroën ha modulato, presentandola al salone Vivatech di Parigi, la sua visione sulla mobilità del futuro. Due concept, rigorosamente elettriche, la riassumono: la AmiOne, già presentata in marzo a Ginevra, è la soluzione, razionale e spartana, per la città; forma a cubo, pochi fronzoli, massima efficienza. Invece la proposta per evadere e per il tempo libero assume i contorni, d’acchito un po’ choccanti, della «19_19», nome di battaglia non casuale perché si riferisce al centenario della marca del Double Chevron. «Immaginate di riposarvi e di leggere mentre un dispositivo ad intelligenza artificiale si preoccupa di guidare. E l’assistente personale, ovviamente, interagisce con voi».
La frase di Pierre Leclerq, direttore del centro dello stile, ci proietta in un futuro che sembra appartenere a uno scenario da quarto millennio e che invece, secondo i dirigenti citroennisti, potrebbe diventare progressivamente una realtà dal 2025. Meglio prepararsi allora, con il «mattone» (la AmiOne) e soprattutto con la «goccia d’acqua» (la Citroën 19_19), due sagome insospettabilmente aerodinamiche, in particolare la seconda «che si riconduce ai criteri della cabina aeronautica», sottolinea Leclerq. Tall and narrow: alta, grazie a ruote da 30 pollici, e stretta, per favorire lo scorrere dei flussi sopra e sotto. Con la scocca totalmente vetrata, 19_19 Concept somiglia a una bolla trasparente. Colpisce per la lunghezza del passo e per gli sbalzi ridotti. Dalla base dell’abitacolo sagomato si aprono due ali d’aereo, una su ogni lato. Il plexiglass della parte anteriore è nero, mentre quello posteriore è blu, omaggio ai colori della Petite Rosalie, (vera e propria auto di culto della marca francese, fabbricata dal 1934 al 1938, che stabilì una serie di record su pista e venne prodotta in 18.849 esemplari). I passeggeri seduti davanti possono vedere ed essere visti, mentre la microforatura della parte posteriore protegge la loro privacy.
Relax
«Immaginate di riposarvi mentre un dispositivo artificiale si preoccupa di guidare»
Duecento orari di velocità massima, 800 km di autonomia, ricarica (a induzione rapida) in venti minuti: i parametri cardinali procedono da questi dati e si uniscono ad altri concetti – silenziosità, sensazione di volare grazie alle sospensioni intelligenti, abitacolo posato idealmente su quattro sfere (le gomme XXL progettate da Goodyear e integrate con i cerchi) – che confezionano l’idea del salotto mobile. Per l’interno, le parole chiave sono comodità, customizzazione («Abbiamo creato un universo per ciascun passeggero»), ambiente smart.
Il conducente può riprendere il controllo in ogni momento, ma può anche affidare la guida al veicolo in situazioni complicate o faticose. L’assistente personale si comanda con un cilindretto che fuoriesce dalla plancia: le pedaliere rientrano e a quel punto ci si può godere perfino un film, proiettato su una zona vetrata che si trasforma in schermo. Tutto bello, tutto possibile pensando agli impetuosi balzi in avanti della tecnologia. Ma siamo sicuri che l’ambiente circostante – strade, segnaletica, infrastrutture – si adeguerà così in fretta all’auto del futuro?