Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  giugno 09 Domenica calendario

Lo Stato che non paga

Oltre 73 mila fatture non pagate, per un debito residuo, accertato e scaduto, di 588 milioni di euro alla fine dello scorso anno. Matteo Salvini invita il ministro dell’Economia, contrario ai mini-Bot, ad accelerare i pagamenti dello Stato alle imprese, ma tra le amministrazioni pubbliche che hanno nei confronti delle imprese un arretrato di 27 miliardi, il suo ministero, quello dell’Interno, è tra i peggiori pagatori in assoluto.
Nell’elenco delle amministrazioni che hanno più Debiti arretrati, un rapporto che il Mef ha pubblicato per la prima volta un paio di settimane fa,il Viminale è al quarto posto. Al primo c’è l’Anas, con 1,4 miliardi di Debiti scaduti a fine 2018, poi ci sono il Comune di Roma e il ministero della Difesa guidati dal Movimento 5 Stelle, in pressing altrettanto feroce sul ministero dell’Economia. Il Campidoglio ha 648 milioni di debito arretrato, mentre quello della Difesa arriva a 614 milioni.
Fatti i conti, le imprese lamentano quasi 2 miliardi di euro di crediti scaduti nei confronti di tutti i ministeri. Quello della Giustizia ha 269 milioni di euro di fatture arretrate da saldare, quello del Lavoro 117, quello dei Beni Culturali 130, ed è uno di quelli che ha il portafoglio più piccolo. Il ministero dell’Economia, cui Lega e M5S chiedono una soluzione per accelerare i pagamenti, ed ha il bilancio di gran lunga più grande di tutti i ministeri, è tra i più puntuali. L’arretrato è di 29 milioni, e nel corso del 2018 il Mef ha saldato il 99% delle fatture in appena 13 giorni di media.
Il ministero del Lavoro si è fermato al 14%, e paga con un ritardo medio di 6 giorni, quello dello Sviluppo, anch’esso guidato da Luigi Di Maio, ha pagato il 56% delle fatture, ma rispettando pienamente i tempi (che in genere sono di 30 giorni). Il Viminale ha pagato l’84% delle sue fatture del 2018: 2,4 miliardi su 3,1 complessivi, in un tempo medio di 85 giorni e un ritardo medio di 37, il peggiore in assoluto tra i ministeri.
E dire che, rispetto a quelli biblici del passato, che ci sono costati una procedura d’infrazione europea, i tempi si sono già accorciati molto. Anzi, i dati registrati dal sistema informatico dello Stato dicono che nel 2018 il tempo medio per pagare le forniture di beni e servizi è stato di 46 giorni, in anticipo di un giorno rispetto alla scadenza. A fine 2017 il tempo di pagamento era di 55 giorni, con un ritardo medio di una settimana.
Bankitalia offre cifre un po’ diverse sulle passività commerciali dello Stato, valutate 43 miliardi al netto di quelle già conteggiate nel debito pubblico, ma in questa somma non ci sono soltanto i crediti scaduti. Quelli accertati dal Tesoro, i 27 miliardi di fine ‘18 non sono comunque un’eredità del lontano passato, ma quasi tutti maturati nel corso del 2018. Le imprese, l’anno scorso, hanno emesso 163 miliardi di euro di fatture, incassando 120 miliardi. Il resto è un credito che si può certificare e scontare in banca o usare per pagare le tasse. Come i mini-Bot.