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 2019  giugno 08 Sabato calendario

Auto elettrica, un toccasana per l’olfatto

Oggi l’elettricità nel mondo è prodotta all’80% da fonti fossili. Nel 2040 forse (ammesso e non concesso che i grandi paesi energivori siano super-bravi) scenderemo al 60%. Ma il 60% di produzione elettrica da fonti fossili del 2040 (in un pianeta che avrà raggiunto i 9 miliardi di popolazione) in termini quantitativi assoluti varrà quanto l’80% di oggi. Quindi o riusciamo a fare molto di più o almeno non raccontiamoci storie.Questo ragionamento semplice-semplice va contro il pensiero unico di Greta & C., che irretisce l’opinione pubblica mondiale fomentandone la caccia alle stregue inquinanti, ostracizzando ingiustamente i motori diesel e traducendosi in uno straordinario spot permanente per l’auto elettrica che però, purtroppo, per muoversi, assorbe una quantità di energia elettrica che continuerà per altri vent’anni ad essere prodotta generando la stessa CO2 che si genera oggi con tante marmitte tradizionali a fumigare nel traffico.
Cos’è, dunque, un mondo impazzito? No: al contrario. È un mondo che, da una parte, è popolato di furbi e furbastri che speculano sulle fobie collettive per fare soldi, e tra questi ci sono senz’altro, anche, i profeti dell’elettrico senza se e senza ma. E dall’altra parte ci sono i governanti di una buona metà di questo mondo che non distinguono una mela da una pera e stanno, più o meno consapevolmente, al gioco dei furbi.
I pochi tecnici indipendenti spiegano quale sarebbe la soluzione vera. Intanto, per l’autotrasporto (automobili e camion) bandire euro 4 ed euro 5 e accettare solo l’euro 6 darebbe risultati paragonabili a quelli dell’auto elettrica di massa. Quanto a quest’ultima, l’importante è promuovere l’uso dell’idrogeno come fonte di energia elettrica «on-board», cioè prodotta all’interno dell’auto stessa, senza caricare la rete. Ma se ci si guarda intorno, si vede che le celle combustibili a idrogeno sono una tecnologia poco più che sperimentale. Tanto che in tutta Italia, per ora, ci sono solo sei distributori di idrogeno, di cui tre riservati ai mezzi pubblici.
In attesa che questa soluzione si diffonda, l’auto elettrica conserva una sua grande attrattiva sia perché è di moda sia perché non... puzza. Chiunque usi lo scooter o la bici per le strade del centro di Milano o Roma o Napoli ben sa cosa significa fermarsi ad un semaforo, nel traffico, e inalare l’aria che emettono le marmitte quando si accende la luce verde: una camera a gas. La gente percepisce ormai con fastidio il cattivo odore e auspica l’avvento dell’auto elettrica di massa. Bene d’accordo: meno puzza c’è, più siamo felici. Ma non diciamo che è un toccasana per l’ambiente. Semmai lo è per il nostro olfatto.