la Repubblica, 8 giugno 2019
Vanno in pensione i due librai della Nautilus
MANTOVA — Carla Bernini e Luca Nicolini si sono fidanzati nel 1974, la notte del referendum sul divorzio. Lei oggi ha 67 anni, lui uno di meno. Sono ancora moglie e marito. Insieme, dopo 40 anni, un addio si sono risolti a darlo: da ieri, diciamo così, sono in pensione. Hanno ceduto la guida del Nautilus, che non è solo una delle librerie più importanti d’Italia. È il luogo in cui 23 anni fa, con sei amici, hanno inventato il Festivaletteratura: il primo reality popolare dal vivo riservato agli scrittori, che ha generato anche in Italia il fenomeno dell’happening culturale di massa. Grazie a loro, artisti e intellettuali sono usciti dai libri. Promossi a star, si sono messi a dialogare con i lettori. Tranquilli, la libreria Nautilus non chiude: passa nelle mani di Ilaria Beccari, 37 anni. Nemmeno il Festivaletteratura tramonta. Anzi: Carla e Luca si dedicheranno a tempo pieno a quella che è diventata un’istituzione della cultura europea. «Le idee – dicono tra gli amici che in questi giorni raggiungono Mantova per festeggiarli – non sono in crisi. Ma i libri che le custodiscono non possono più restare fermi sugli scaffali. È il momento di portarli in mezzo alle persone che ne hanno bisogno. Un Paese, come alla fine degli anni Settanta, si salva anche così». I prodigi, si sa, succedono per caso. Carla è laureata in filosofia, Luca in storia. Studenti a Bologna, si sono conosciuti perché lui, prima di un esame, le ha chiesto aiuto. Laureati, non sapevano cosa fare. Sapevano però cosa non fare: insegnare in una scuola. «A Mantova – dice Carla – giravano pochi libri e abbiamo deciso di provvedere. Fosse andata male, avremmo avuto qualcosa da leggere. Ci siamo rivolti a Roberto Cerati, allievo di Giulio Einaudi, e a Luigi Pedrazzi del Mulino. Nel febbraio 1979 abbiamo aperto la Libreria Nicolini: 50 metri quadri, un soppalco e una cantina per parlare. Anche in quella Italia, come oggi, c’era urgente necessità di tornare a incontrarsi e a parlarsi quotidianamente». Come simbolo hanno scelto il Nautilus. È un cefalopode, fossile vivente dell’oceano. La conchiglia è divisa in camere stagne: risucchiando l’acqua si inabissa, espellendola sale in superficie. «Ricorda – dice Luca – le conseguenze della lettura. Assorbi conoscenze e scendi nel cuore delle cose, non lo fai e ti condanni a galleggiare». Nel 1994, quando la mitica boutique Fanny non ha retto il passo dei mega-store, al suo posto è approdato il Nautilus. Piazza 80° Fanteria, libri al posto di vestiti: una pazzia. Infatti ha funzionato. L’ex libreria Nicolini, gruppo Librerie. Coop, da 25 anni ospita premi Nobel, autori di best seller e grandi scrittori ancora sconosciuti. «Sentivamo però – dice Carla – che idee ed emozioni non potevano più starsene ferme lì ad aspettare. Bisognava uscire». Così, il 26 luglio 1996, hanno inventato il Festivaletteratura. «Eravamo stati a Hay-on-Wye, in Galles – dice Luca – 2 mila abitanti e 30 librerie. Nel 1988 lì è nato il primo festival al mondo dedicato alla letteratura. Un’intuizione elementare: perché se ci sono eventi live con attori, registi e musicisti, non fare qualcosa anche con gli scrittori, che ti mettono in tasca il racconto della vita e del mondo?». Alle porte dei bar hanno affisso fogli ciclostile che invitavano a un’assemblea cittadina. Pensavano che non ci sarebbe andato nessuno. In piazza si sono ritrovati in 400, decisi a conoscere gli autori che aiutano a non lasciar perdere. Questo patto culturale con la gente è un caso studiato ancora oggi a livello internazionale. «Al primo Festivaletteratura – dice Carla – sono arrivate 12 mila persone, quasi tutte mantovane. Lo scorso anno 115 mila, dall’Italia e dall’estero». Impossibile fare l’elenco degli ospiti: qui passano tutti gli scrittori e i saggisti che in ogni continente raccontano gli effetti collaterali della realtà. «Prima ci si limitava a leggere – dice Luca – dopo è stato possibile il corpo a corpo con chi scrive. Una rivoluzione: nelle piazze, in tivù, sui giornali. Il libro non basta più: vuoi vedere e parlare con chi lo ha scritto. Non si tratta di idolatria provinciale: dare una faccia a una parola, avvicina alla lettura e cambia il destino della società». Un solo nemico, per le librerie modello Nautilus: i giganti dell’e-commerce. «Sono avversari sleali – dice Carla – perché pagano le tasse dove costa meno. Il libro a domicilio è comodo, ma il lettore perde il suo libraio, che lo guida nella scelta. Solo questo incontro dal vivo, quando finisci un testo, ti fa scoprire di non essere più quello di prima». Carla e Luca ieri hanno consegnato il Nautilus a una nuova navigante, ma dopo 40 anni non smettono di sorridere. «L’Italia oggi è più colta – dicono – ha solo il problema di assegnare la giusta considerazione alla cultura. La politica tende a disprezzarla: questa sottovalutazione frena crescita sociale e sviluppo economico. Per non vanificare l’aumento dei lettori, è essenziale che anche la classe dirigente abbia sempre un libro sotto gli occhi. Se non conosce il mondo, si convince che questo sia circoscritto a chi esercita il potere: i Muri sono l’incapacità di guardare lontano». Accettano le ragioni del tempo e senza tristezze fanno un passo indietro. Non sono mai finiti in uno spot ma, grazie al volontariato, hanno contribuito a cambiare in meglio il nostro Paese. La gente misteriosamente lo sa e a Mantova adesso ci viene apposta, per dire grazie.