La Stampa, 8 giugno 2019
La nuova rotta di migranti che spaventa Trump
Donald Trump non indietreggia di un passo sui dazi anti-migranti con cui minaccia il Messico protagonista di un giro di vite mai visto prima d’ora sul traffico illegale di esseri umani, dove a finire nelle mani degli sfruttatori sono ora anche cittadini provenienti dall’Africa. Un fenomeno mai visto prima per la portata e l’intensità registrate nelle ultimissime settimane.
L’allarme è giunto dagli agenti di frontiera americani che in Texas hanno arrestato centinaia di persone fuggite di recente dall’Africa.
Rischia di diventare una «nuova crisi umanitaria» spiega la Us Customs and Border Patrol (la polizia di frontiera) dettata dalla «drammatica crescita» degli arrivi nella zona di migranti provenienti dai Paesi africani. Più di 500 persone sono giunte al confine di Del Rio la scorsa settimana. La maggior parte sono famiglie che hanno viaggiato da Angola, Camerun e Repubblica del Congo. Solo il 30 maggio è stato intercettato un gruppo di 116 migranti africani entrati dal confine meridionale texano. Altri migranti africani si sono diretti a San Antonio, sempre in Texas, a circa 240 km ad est da Del Rio.
Nuove emergenze
Il capo delle guardie di frontiera di del Rio, Raul Ortiz, ha affermato che le barriere linguistiche e le differenze culturali pongono «problematiche e oneri aggiuntivi alle forze dell’ordine». Tanto è vero che le autorità locali hanno rivolto un appello chiedendo l’aiuto di volontari in grado di parlare francese. Sebbene non si sia ancora ricostruita una rotta precisa per queste persone provenienti dall’Africa, alcuni di loro hanno raccontato di essere arrivati dai loro Paesi di origine in Brasile, prima di dirigersi a Nord attraverso la Colombia e l’America centrale per far rotta sul Messico con l’obiettivo di raggiungere gli Stati Uniti. Per le autorità è fondamentale capire come questi migranti attraversano l’Atlantico, sebbene sia certo che si tratti di un viaggio che richiede tempi assai lunghi e costi piuttosto elevati.
L’ingresso sulle rotte dei disperati nelle Americhe di nuovi migranti non può che irrigidire ulteriormente la posizione di Trump il quale, a 48 ore all’entrata in vigore delle nuove barriere commerciali col Messico, si dice pronto a dichiarare un nuovo stato di emergenza nazionale per superare le resistenze in Congresso, anche di molti repubblicani. L’inquilino della Casa Bianca appare tuttavia possibilista. «Se saremo in grado di fare un accordo col Messico, e c’è una buona chance che lo faremo, allora cominceranno subito ad acquistare prodotti agricoli in gran quantità. Se non riusciremo a fare l’accordo, il Messico inizierà a pagare i dazi al 5% da lunedì!».
Escalation di sanzioni
Le misure sanzionatorie saliranno gradualmente secondo lo schema annunciato al 10% dal primo luglio sino al 25% a ottobre, con un’escalation senza precedenti. Una prospettiva allarmante che rischia di far saltare in Usa almeno 400 mila posti di lavoro. Per questo tra i repubblicani in Congresso è scoppiata una rivolta, ma Trump è convinto del contrario. «Più saliranno i dazi, maggiore sarà il numero di società che si sposteranno negli Stati Uniti».
La linea dura del presidente, intanto ha ottenuto uno sforzo mai visto prima da parte di Città del Messico per fermare i flussi di clandestini che entrano negli Usa. Il governo vuole dispiegare 6 mila soldati al confine meridionale con il Guatemala per impedire ai migranti di entrare nel Paese e da lì passare più a nord. Le autorità messicane hanno annunciato inoltre di avere bloccato i conti di diverse persone che presumibilmente hanno partecipato ad un traffico di migranti ed organizzato carovane illegali dirette verso gli Usa.
L’operazione è stata realizzata dall’Unità di informazione finanziaria (Uif) del ministero delle Finanze, in coordinamento con il ministero degli Esteri messicano e con diverse agenzie del governo, che ha portato all’identificazione di 27 persone i cui nomi sono stati inseriti nella «lista delle persone bloccate», per i loro probabili legami con il traffico di esseri umani e l’appoggio illecito alle carovane migranti.