Corriere della Sera, 8 giugno 2019
Noi, delle case a un euro
«Quando arrivai a Ollolai, il paese era quasi morto. Ora invece ci sono diversi ponteggi e il turismo è cresciuto parecchio». A parlare è Vito Casula, pensionato 66enne di Calasetta, nell’isola di Sant’Antioco. Era il 2016, lui e sua moglie Marcella videro il bando relativo alla vendita di alcune case a un euro a Ollolai, in Barbagia: fecero subito domanda online. Dopo due mesi ricevettero una telefonata del sindaco e si misero in macchina. Scelsero l’abitazione più distrutta («Deformazione professionale...» scherza Casula, ex costruttore) e assegnarono i lavori di restauro a maestranze locali. Un anno fa l’edificio è diventato un B&B.
La loro storia ha attirato l’attenzione di tutto il mondo, tanto che la tv olandese ha girato a Ollolai un reality show con cinque case da assegnare alle famiglie olandesi che avessero proposto il progetto migliore. Una se la sono aggiudicata i giovani stilisti Ovan Abdullah e Marije Graafsma, vegani e amanti della natura, che ne hanno fatto a loro volta un B&B: «Vorremmo ricreare a Ollolai un’esperienza che rispecchi il nostro stile di vita».
Sono una ventina i Comuni che hanno aderito all’iniziativa Case a 1 euro, ideata nel 2008 dall’allora sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi: lo scopo del critico d’arte era favorire la ristrutturazione di vecchie abitazioni e ripopolare la cittadina in provincia di Trapani. Ci furono migliaia di richieste da ogni parte del mondo, ma nel 2011 la procura di Marsala sequestrò alcuni immobili «a rischio crollo». Nonostante ciò, l’iniziativa si è rivelata un successo. «Finora sono stati venduti circa 200 edifici in tutta Italia», afferma Maurizio Berti, l’artefice del sito www.casea1euro.it.
Molti acquistano le case per trasformarle in residenze estive o per affittarle. L’idea di Mauro Giusti, per esempio, è quella di creare una sorta di albergo diffuso. Nel 2013 il 55enne della provincia di Lucca ha comprato un vecchio fabbricato a Fabbriche di Vergemoli, nella Garfagnana. «Vorrei acquistarne e recuperarne altri per destinarli a strutture turistiche». Anche Marco Pieroni, geometra lucchese di 50 anni, ha comprato una casa lì. «Il fabbricato rappresentava un pericolo per la strada sottostante e lo scorso settembre hanno chiamato la mia azienda per metterlo in sicurezza», racconta. Pieroni, con l’intermediazione del Comune, si è quindi messo in contatto con i proprietari. «Vorremmo realizzare una casa vacanze da affittare. In futuro ci piacerebbe acquistare altri fabbricati e mettere a punto un progetto da vendere agli stranieri».
Al contrario, il 48enne cagliaritano Roberto Desogus nella sua nuova casa di Nulvi ha intenzione di andarci ad abitare. «Ho presentato la domanda nel marzo 2017. Per scegliere l’abitazione mi sono basato sulle foto presenti sul sito del Comune – spiega —. Non era però chiaro chi fossero i proprietari e la burocrazia ha rallentato i tempi». Si trova a Nulvi anche la futura residenza estiva del perugino Giorgio Orazi, pensionato 72enne e di sua moglie Francesca: «Due anni fa, dopo aver visto l’annuncio su Internet, abbiamo preso l’aereo e siamo andati in Sardegna a scegliere la casa». Per il rogito hanno dovuto attendere fino a novembre dell’anno scorso. «Gli eredi erano sei o sette: c’è voluto un anno per metterli d’accordo».
La possibilità di avere una casa vicino al mare ha stuzzicato anche la 42enne scozzese Gillian Sweeney e suo marito Danny, da poco proprietari di un’abitazione a Sambuca, in provincia di Agrigento: «Ho scoperto l’iniziativa da Facebook e ho dato un’occhiata alle proprietà in vendita tramite Google Earth. Prima non sapevo nemmeno dove fosse la Sicilia!». Sorge invece a Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, l’edificio acquistato dalla 52enne belga Nina Smets e da suo marito Bert Vanbellingen. «Inizialmente useremo l’abitazione come seconda casa e poi ci andremo a vivere – afferma Smets —. Adoro la Sicilia, ci siamo già fatti diversi amici qui. A settembre io e Bert ci sposeremo in chiesa e la cerimonia sarà proprio a Mussomeli».