Corriere della Sera, 7 giugno 2019
Pietro, il figlio rapper di Gianni Morandi
Ammette di essere apparentemente estraneo al mondo del rap. «Per la mia provenienza e anche per il ceto sociale, questo genere di solito non è accessibile. Il rap è popolare, devi avere credibilità. Io la sto ottenendo per meriti». Così la pensa Tredici Pietro (22 anni), all’anagrafe Pietro Morandi, figlio del cantante. Il suo primo disco è «Assurdo» dopo il successo di alcuni singoli come «Pizza e fichi». È consapevole che con il cognome che porta «è più facile farsi vedere, ma più difficile piacere. Credo non smetterò mai di cercare conferme. Intanto io continuo, convinto delle mie potenzialità e sicuro che ancora molta gente debba scoprire chi sono. Qualcuno, nel tempo, l’abbiamo scalfito. Soprattutto i più giovani, meno legati all’immagine di mio padre. Ma ci vorrà tempo». Forse proprio da qui l’esigenza di un nome d’arte: «È più una forza che un riparo. Ma l’unica possibilità che ho è di distinguermi. Non faccio rap perché si distanzia dal genere di mio papà, ma perché è la mia passione. Vado per la mia strada, anche se accetto consigli. Però il mio è un genere nuovo». Perché un disco che si chiama «Assurdo»? «Il termine “assurdo” racchiude le sensazioni che ho provato in questo periodo... Tutto è strano, anche che la mia voce venga presa sul serio».