ItaliaOggi, 7 giugno 2019
La Danimarca continua a bloccare il gasdotto Gazprom
La Danimarca continua imperterrita a bloccare il nuovo gasdotto Nord Stream 2. Oltre due anni dopo aver depositato la prima domanda per posare i propri tubi in acque danesi, la compagnia russa Gazprom attende ancora il disco verde da Copenaghen, reticente sul progetto che dovrebbe trasportare 55 milioni di metri cubi di gas all’anno dalla Russia alla Germania. Un ostacolo che rischia di ritardare la fine di questo cantiere faraonico da circa 10 miliardi di euro e che procura grossi danni alla Germania.Unica tra i paesi di transito (Russia, Finlandia, Svezia e Germania) a puntare i piedi, la Danimarca aveva invece approvato senza riserve il progetto Nord Stream 1. Ma l’annessione russa della Crimea ha provocato l’ira del parlamento danese, che il 1° gennaio 2018 ha promulgato una legge che prevede che ogni richiesta di posa di condotte nello spazio marittimo danese debba essere vagliata dal ministro degli affari esteri. Il quale deve stabilire se l’infrastruttura sia compatibile con gli interessi diplomatici e di sicurezza della Danimarca.
Nel 2018 l’Agenzia danese dell’energia ha richiesto un secondo tracciato per Nord Stream 2, e poi un terzo nel marzo scorso, adducendo ragioni di protezione dell’ambiente marino. Tuttavia, secondo il consorzio del gasdotto, l’atteggiamento di Copenaghen è «incomprensibile», perché «richiedere un terzo tracciato malgrado i due precedenti fossero già stati esaminati e in procinto di essere approvati, può essere considerato soltanto un tentativo deliberato di ritardare la realizzazione del progetto».