Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  giugno 07 Venerdì calendario

Conte lavora a tagli per 3 miliardi

«Prefigurare risparmi di spesa è completamente diverso dal dire che si va a tagliare» reddito di cittadinanza e quota 100. Ma questa distinzione, rilanciata ancora ieri dal premier Conte per escludere una manovra correttiva, dovrà tradursi in un atto ufficiale che riduce i fondi per le due misure-bandiera: sul 2019, la dieta dovrebbe far diminuire di 1,3 miliardi (lo 0,07 % del Pil citato mercoledì nella nota di Palazzo Chigi) la dotazione da 11 miliardi prevista della manovra, con una sforbiciata del 12%. Difficile prevedere le ricadute sugli anni successivi. Ma la stessa dinamica, applicata a fondi più consistenti (16,3 miliardi nel 2020) e a tutto l’anno potrebbe portare alla causa del deficit fino a 3 miliardi.
Nella nota di risposta a Bruxelles, Palazzo Chigi ha fissato esplicitamente «a fine luglio» l’appuntamento con i dati aggiornati sulla spesa effettiva delle due misure. A quella data rimanda il calendario del monitoraggio previsto dalla manovra. Ma è evidente che dietro alle date si cela l’obiettivo politico di allungare i tempi del verdetto Ue. Anche perché se si riuscisse a superare indenni l’Ecofin del 9 luglio, si arriverebbe a ottobre, quando è prevista la riunione successiva nel calendario ordinario. E a quel punto lo slittamento alla legge di bilancio 2020 anche della correzione richiesta da Bruxelles sarebbe cosa fatta.
Prima di ottobre, però, l’agenda è fitta di appuntamenti con i rating. Che non si annunciano semplici. Il 9 agosto arriverà Fitch, che oggi indica un rating BBB (ultimo scalino prima dei bond “spazzatura”) con outlook negativo, e il 6 settembre è attesa Moody’s. A marzo l’agenzia aveva confermato il Baa3 (equivalente a tripla B) con outlook stabile. Ma ieri ha usato parole di fuoco. «Il deterioramento nella fiducia dei mercati sarà più efficace» del pressing Ue per «spingere il governo italiano a correggere la sua politica economica», la mozione sui mini-Bot approvata la scorsa settimana alla Camera è un colpo alla credibilità dell’Italia perché indica «un primo passo verso l’Italexit», e il deficit 2019 che ora il governo stima in calo al 2,1% viaggia verso il 2,6%.
La partita insomma resta complessa. E ha bisogno di alleati in Europa e di segnali concreti ai partner: «Si tratta di mettere sul tavolo cifre, fatti, misure che permettano di influenzare un giudizio», ha spiegato il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici nell’intervista al Sole 24 Ore di ieri. E i numeri “ridotti” sulla spesa per reddito e pensioni, scritti in un atto ufficiale, sarebbero un primo passo in quella direzione. Passo che può essere avviato già con l’assestamento di bilancio entro fine giugno. Nel menu potrebbe entrare anche la costituzione dei fondi per le dismissioni immobiliari e per una (piccola) quota dei 18 miliardi di privatizzazioni. 
Il campo resta minato, al punto che ancora mercoledì il governo evitava prudentemente di citare le due misure. Ma nell’incontro di ieri a Palazzo Chigi i due vicepremier Di Maio e Salvini hanno scelto di non imbracciare il fucile spiegando che fra le «priorità» condivise c’è quella di «riavviare un dialogo costruttivo con l’Europa». I prossimi giorni si incaricheranno di chiarire il reale significato operativo di queste dichiarazioni: e a tirare le fila sarà prima di tutto il premier Conte, che insieme al ministro dell’Economia Tria ha preteso un mandato pieno alle trattative con Bruxelles. 
«Bisogna trattare per evitare la procedura di infrazione», insiste il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia promuovendo la “linea Conte”, perché la bocciatura europea «non è nell’interesse nazionale né adesso né in futuro». 
Le prime risposte sulla linea che il governo vorrà davvero seguire potrebbero arrivare già nelle prossime ore, con il ritorno del premier dal Vietnam. Ma il giorno cruciale sarà martedì prossimo: Tria è atteso a Camera e Senato per riferire sul rischio di procedura, a Bruxelles si riunirà il comitato economico e finanziario della Ue nel quale i tecnici dei ministeri europei del Tesoro daranno il primo giudizio sulla proposta di procedura. E nello stesso giorno potrebbe tenersi il primo vero consiglio dei ministri post elettorale, con all’ordine del giorno il decreto sicurezza-bis.