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 2019  giugno 06 Giovedì calendario

Il problema dei monopattini

Sfrecciano i monopattini. Che poi uno si immagina quelli di una volta che andavano spingendoli con un piede e si fermavano con un freno a pedale sulla ruota posteriore. Preistoria. Oggi sono elettrici, hanno tutt’altri nomi e sono tutt’altra cosa. Sfrecciano e sono sempre più usati perché nelle grandi città ormai la moda è quella e un po’ perché sono comodi e veloci. Anche troppo. Così è un attimo ritrovarseli addosso, sui marciapiedi, sulle ciclabili, nel traffico a zigzagare. Un viavai senza regole, non previsto dal Codice della strada, finora lasciato alla prudenza e al buonsenso di li usa che però non sempre basta. Giusto quindi fissare le regole di «ingaggio»in una mobilità urbana che negli ultimi anni è diventata sempre più articolata, frequentata, con nuovi mezzi e nuovi protagonisti spesso gli uni contro gli altri «armati». E così c’era necessità di una normativa ad hoc, di una serie di norme sulla micromobilità messe a punto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha redatto un decreto attuativo firmato dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli nei giorni scorsi per avviare le sperimentazioni di monopattini elettrici e segway, dei monowheel quelli ad una sola ruota e degli e hoverboard quelli a due ruote dove si viaggia dritti in pedi. Una serie di disposizioni che per ora prevedono il via libera dei test su strada esclusivamente in ambito urbano solo per i maggiorenni mentre per i minori sarà obbligatoria la patente AM (quella per il motorino). I Comuni dovranno predisporre la segnaletica per indicare le strade dove sarà consentita la circolazione e i monopattini dovranno essere dotati di segnalatore acustico e con un motore elettrico con potenza nominale massima non superiore ai 500watt. È indispensabile che i micro-veicoli siano dotati di illuminazione e se si circola su strada o su pista ciclabile ci sarà l’obbligo di avere il giubbotto o le bretelle retroriflettenti. I mezzi in grado di sviluppare velocità superiori ai 20 km/h dovranno essere dotati di regolatore di velocità e non potranno superare la velocità di 6 km/h. Inoltre, nelle piste ciclabili protette, nelle corsie riservate e nelle zone 30 è ammesso il transito solo a monopattini e segway ma non a monowheel e hoverboard. È vietato il trasporto di altri passeggeri o di cose e non sarà previsto l’obbligo del casco.
«La sperimentazione serve proprio per testare la fruibilità e l’utilizzo in ambito urbano di questi mezzi, garantendo la massima sicurezza di tutti gli utenti della strada – spiega ancora il ministro Toninelli- e spero che il maggior numero possibile di sindaci colga questa occasione e proietti la propria città nel futuro...». 
Ci si prova insomma. E tra le prime città a cominciare ci sarà Torino come ha già infatti annunciato il sindaco Chiara Appendino che ha accolto con favore il via alla sperimentazione. Non arrivano applausi invece da Milano dove l’assessore alla Mobilità Marco Granelli boccia il decreto- sperimentazione: «Monopattini sì ma in strada e sulle ciclabili – spiega su Facebook – non sui marciapiedi, dove devono stare i pedoni. Dobbiamo chiedere con forza a tutti i cittadini di non usarli sui marciapiedi. Il decreto è arrivato ma è una strada ad ostacoli. Noi avevamo chiesto come città di procedere verso una omologazione di monopattini equiparandoli alle biciclette. Invece no». 
Sì ai monopoattini quindi ma restano molti i punti da chiarire, poiché lo stato delle strade italiane in generale, non è certo ideale per questi mezzi, per cui non è previsto l’obbligo del casco, né dell’assicurazione. E su questi punti non sono mancate le lamentele delle forze dell’ordine.