il Fatto Quotidiano, 6 giugno 2019
Azouz chiede soldi per le interviste
Azouz Marzouk è tornato in Italia dopo dieci anni dalla sua espulsione e la sua presenza, in un solo giorno di permanenza sul suolo italiano, si è già fatta sentire. Prima ha avvisato un paio di giornalisti del suo arrivo così da rilasciare la sua prima intervista a Studio Aperto in cui annuncia trionfalmente di sapere chi sono i veri assassini della strage di Erba e di conoscere pure il movente. Così, per creare suspense. Poi ha dichiarato afflitto al Giorno: “Finché sarò vivo lotterò perché ci sia giustizia per quelle quattro anime che sono morte”. Commovente. Nel frattempo è apparso pure il suo nuovo avvocato veronese, Simone Giuseppe Bergamini, che ha spiegato sempre ai giornali quanto l’espulsione del suo assistito sia stata anomala. Ma non è finita qui. Ieri, sulla bacheca Facebook del programma Sono innocente, qualcuno si è accorto dell’annuncio datato 27 maggio di tal Giovanni Deidda.
Lo stesso annuncio è stato inviato via email alle redazioni di vari giornali sempre dal Deidda: “Azouz Marzouk torna in Italia. Non risponderà più a chiamate dei media. Potete rivolgervi a me se interessati, per concertare i termini economici per rilascio di esclusive o interviste basate sulle dichiarazioni che farà in Tribunale al fine di far scarcerare Rosa e Olindo ingiustamente condannati. Il legale incaricato che andrà a breve a Tunisi per riportarlo in Italia – Simone Bergamini del foro di Verona – parimenti vi inviterà a contattare solo me per la gestione dell’agenda. Saluti. Ombretta Panizzari”. Seguiva numero di cellulare. Telefono a questa Ombretta, le chiedo se conduca le trattative economiche per conto di Azouz. “Guardi, io sono amica di un amico dell’avvocato Bergamini, il signor Deidda, che mi ha buttata in trincea per gestire questa cosa. Sento le proposte economiche, faccio da passacarte, Azouz tiene famiglia!”. Le faccio notare che la precedente è stata trucidata, chiedo se non sia anomalo chiedere soldi per ottenere giustizia per la morte dei propri cari. “Stupisce che la verità abbia un prezzo, lo so, ma visto che hanno cominciato a fare offerte!”. A quel punto afferma di essere in compagnia di questo Giovanni Deidda. “Glielo passo che lui è più rampante”, mi dice. “Io sono amico personale dell’avvocato Bergamini, il quale mi ha detto di non voler entrare in questo mercanteggiare. Mi ha spiegato che lui vuole la scarcerazione di Rosa e Olindo, Azouz vuole i soldi, quindi ci siamo seduti intorno al tavolo e mi ha detto ‘come ne esco?’ e io ‘secondo me ne esci se c’è una terza persona che prova a mediare gli interessi di Azouz, che sono quelli di lucro”. Replico che l’interesse di Azouz dovrebbe essere la verità. “Lui vuole monetizzare, non mi faccio domande. Mi hanno chiamato mille redazioni, Quarto grado, Tg5 e fanno discorsi del tipo “Quanto volete? Sì, ma se io pago poi quell’altro viene a sapere che ho pagato!”. Le Iene hanno chiamato direttamente ad Azouz, hanno detto siamo amici, siamo venuti a Tunisi, mettiamoci d’accordo tra di noi…”, è tutto un cinema!”. A quel punto Deidda mi chiede se io sia la giornalista che tempo fa, sul Fatto, aveva scritto che la moglie di Bossetti era stata pagata 30 mila euro per andare in tv. Confermo e chiedo il perché me lo domandi. “Ho cercato su google se c’era ‘un borsino’ delle ospitate tv, è venuto fuori il tuo articolo, non sapevo se quello che chiedeva Azouz avesse un senso, il tuo articolo in effetti suggeriva di sì”. Domando se chiede 30.000 euro anche Azouz. “Di più. Quarto grado propone due ospitate, ho parlato con la Maltagliati, vediamo…”. Mi sembra tutto surreale. Telefono ad Azouz, gli domando perché si affidi a questo Deidda per le trattative. “Ho chiamato il mio avvocato, dice che poi mi spiegherà”. “In che senso?”. “Lo conosce lui”. “Ma chiedi soldi o no per andare in tv?”. “Non nego e non affermo”. “Saprai se vuoi essere pagato.”. “Non so nulla, non so rispondere, fa tutto l’avvocato”. “Sei tu che decidi se vuoi soldi o no. Li vuoi?”. “Non so risponderti”. Insomma, tutto per amor di verità. Che mestizia.