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 2019  giugno 06 Giovedì calendario

Elogio di Gabriela Sabatini


C ’è finalmente una novità positiva tra le molte involuzioni, quali la Coppa Davis finta, il nuovo Roland Garros con un “centralino” al posto di una serra, e le Statue dei Moschettieri, dovute allo scultore italiano Tongiani, per ora assenti dall’omonima Piazza, e finite chissà dove, forse in un museo. Tra simili aspetti negativi, siamo confortati, noi tennis lovers, dal ricordo dei passati campioni, che finora finivano al più, nella Hall of Fame di Newport. A Roma hanno consegnato una Racchetta d’oro a Guga Kuerten, a Parigi i presidenti federali si sono ricordati di che grande campionessa è stata Gabriela Sabatini: a lei il premio Philippe Chatrier, defunto presidente della Federazione internazionale, per “il contributo offerto al tennis quale giocatrice e collaboratrice sociale”.
Gabriela, a 49 anni, appare sempre bellissima, i lunghi capelli neri a scendere verso la generosa scollatura di un abito anch’esso nero. Tre immagini di lei mi sono balzate in mente. Un abbraccio, e insieme il suo profumo, dopo la vittoria nello US Open 1990 contro Steffi Graf. La volta in cui, a ricoprire i gradini di marmo del Centrale del Foro Italico, apparve un lenzuolo con sopra scritto “Gabylandia”, dopo la sua quarta vittoria del 1992. E quando, nel 2006, venne accolta nella Hall of Fame, dopo che il presidente Stan Smith mi costrinse a pronunciare un discorso, in mediocre spagnolo e ancor più mediocre inglese. I nonni dell’argentina Gabriela erano italiani, di Macerata, e il campo dei loro ricordi fu lo sferisterio trasformato in teatro dell’Opera, che Gabriela volle vedere dopo una delle quattro vittorie a Roma, o forse dopo le finali dell’87 e del ’93 o la semifinale del ’90. Nel rileggere i miei articoli, ne trovo uno, del 1988, che cito. “Come Gabriela apparve sulle scene, a 14 anni, molte specie vennero chiamate in aiuto per descriverne la bellezza di movimenti e l’intensità dello sguardo: i felini finirono per prevalere sui cervidi. Gabriela è ancor più bella di Helen Wills, e della brasiliana Maria Ester Bueno, che furono bellissime”.
Un altro Scriba, il migliore degli argentini, Guillermo Salatino, ha scritto: “La Graf è più atleta, ha un diritto migliore. Gabriela non ha meno talento, ha solo bisogno di lavorare molto sulla velocità – se si mette alla pari, con scatto e resistenza, può battere Steffi”. La batté, alla fine, dopo ben undici tentativi, dei quali 8 giunti al terzo set. “Non esiste un’altra tennista che possa scoraggiarmi”, concluse, dopo l’ultima press conference. Non solo bellissima, testarda, incapace di credersi seconda a qualcuno.