ItaliaOggi, 6 giugno 2019
I cani clonati in Corea del Sud
Oltre l’80% dei cani anti-contrabbando attualmente impiegati dalla dogana sudcoreana sono dei cloni. Secondo la Animal and Plant Quarantine Agency del paese asiatico, che li gestisce, ad aprile 42 dei 51 animali in servizio erano stati clonati da altri cani genitori di cui replicano esattamente la struttura genetica.Il primo superamento del numero degli esemplari riprodotti «naturalmente» è avvenuto già nel 2014. Dei cani a oggi attivi, 39 pattugliano le aree degli arrivi/partenze e del transito merci/bagagli dell’aeroporto internazionale di Inchon, la principale porta d’entrata del Paese.
La clonazione dei cani da fiuto permette grandi risparmi di tempo e di soldi nella preparazione di animali che nascono già con le abilità, verificate sul campo, dei talentuosi genitori. Il costo di allevare e addestrare con metodi convenzionali un solo cane anti-contrabbando supera i 100 milioni di won, circa 75 mila euro. L’impegno economico si dimezza utilizzando cuccioli clonati. I cani non sono nati già addestrati ovviamente, ma hanno tutte le potenzialità dei genitori di successo.
Com’era forse prevedibile, gli animalisti sudcoreani protestano. Considerano in qualche modo non immediatamente chiaro che la pratica costituisca una forma di crudeltà, o almeno infranga i diritti degli animali in questione.