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 2019  giugno 06 Giovedì calendario

Dalla Spagna, con amore della ceramica astratta

Anche la ceramica ha le sue avanguardie. Quella dello spagnolo Miquel Barcelò, 62 anni, consiste nel mescolarla ai laterizi, strizzarla, colorarla, renderla informe o storpiarla nelle figure. Il Museo della ceramica di Faenza, che testimonia il passato e il nuovo dell’arte ceramica, ha scelto lui per la tradizionale mostra estiva (fino al 6 ottobre) che si apre con una citazione di Jorge Luis Borges: «Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume». Nella prima delle sale faentine è riproposto perfino un muro (ceramica più mattoni) installato per la prima volta al Musèe Picasso di Parigi e ripensato per questa rassegna: «per entrare bisogna infrangere il muro della pigrizia intellettuale».Sono esposte una trentina di opere, con richiami anche africani (l’artista vive a Mallorca, isola delle Baleari, ma ha un’abitazione-studio anche nel Mali, dove vive alcuni mesi l’anno e condivide con la popolazione locale la mancanza di elettricità e la carenza d’acqua: «La prima reazione», dice, «che ho sempre arrivando nel Mali è la consapevolezza dell’inutilità delle cose». In Italia aveva esposto nel 2009 nel padiglione spagnolo delle Biennale di Venezia. Dieci anni dopo Claudia Casali, direttrice del museo faentino, lo ha voluto per una sorta di incursione di queste ceramiche astratte tra le preziose collezioni permanenti. «Sì», afferma, «queste opere si mischiano alla collezione del museo, l’accostamento tra i pezzi storici e le opere di Barcelò offrono suggestive interpretazioni della storia della ceramica». L’artista ha voluto presenziare all’inaugurazione: «Trovo affascinante eseguire opere moderne col materiale più antico». E si dice orgoglioso che due tra le realizzazioni in ceramica di maggiore dimensione degli ultimi anni portino la sua firma: la Cappella del Santissimo nella Cattedrale di Palma di Maiorca e la cupola dei Diritti umani presso la sede delle Nazioni Unite a Ginevra. Insomma, nuova vita per la ceramica e l’Italia può avere, se si impegna, voce in capitolo.