Anteprima, 6 giugno 2019
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Biografia di Maryetta Dussourd
Maryetta Dussourd (1945-2019). La donna che denunciò le violenze dei preti pedofili e contribuì alle dimissioni dell’arcivescovo di Boston Bernard Law. La sua lotta ha ispirato il film Spotlight, con Michael Keaton e Mark Ruffalo, vincitore dell’Oscar 2016. «Negli anni Settanta Maryetta viveva a Boston con il marito, i loro quattro figli - tre maschi e una femmina - e i quattro figli di una nipote. Era una cattolica molto osservante, frequentava la parrocchia. Perciò non trovò nulla di strano nelle attenzioni del parroco, John Geoghan, per la sua famiglia. Ma quando il prete si chiudeva nelle camere dei ragazzi non era per pregare insieme a loro, come Maryetta e il marito credevano. Tutti e sette i maschi, il più grande aveva 12 anni il più piccolo 4, furono molestati sessualmente. Gli abusi comprendevano toccarsi e farsi toccare, e anche il sesso orale. Geoghan aveva detto ai ragazzi di non raccontare niente a Maryetta perché non gli avrebbe creduto visto che voleva più bene alla chiesa che a loro, ma alla fine si fecero coraggio e parlarono con una zia. Appena Maryetta seppe cos’era successo andò a denunciare in parrocchia. Voleva andare anche alla polizia, ma i superiori la dissuasero dicendole che la chiesa aveva più potere di lei e che non si sarebbe potuta permettere le spese legali. Geoghan fu spostato da una parrocchia all’altra, continuando a molestare. Maryetta non si dette pace e fece fronte comune con le altre vittime dei preti pedofili finché nel 2002 scoppiò lo scandalo sollevato dal Boston Globe e raccontato nel film Spotlight. A Boston 250 preti furono accusati di violenze su circa mille bambini in oltre quarant’anni: lo scandalo costrinse alle dimissioni il cardinale Bernard Law, all’epoca uno dei prelati più in vista negli Stati Uniti. Geoghan fu rimosso dal servizio e condannato all’ergastolo, morì nel 2003 strangolato da un compagno di carcere. Dopo i fatti di Boston, si squarciò il velo di omertà in tutto il Paese: circa 1.200 preti furono accusati di abusi compiuti su almeno quattromila bambini in più di sessant’anni» [Agi]. Maryetta è morta per un tumore.