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 2019  giugno 06 Giovedì calendario

La leggenda della telefonata di De Gasperi a Bartali

Caro Aldo, 

i miei nonni morirono prima della mia nascita, e ho sempre sentito questa mancanza. Ho la fortuna di essere nonno e cerco di parlare con 5 nipotini. Credo sia un dovere dei nonni: hanno il tempo per farlo. E un giorno o l’altro racconterò loro che nel 1948 (l’anno in cui sono nato) Bartali fece il miracolo di vincere il Tour de France evitando (verità o leggenda?) che l’attentato a Togliatti generasse una nuova guerra civile.

Caro Gustavo,
Lei fa benissimo a parlare con i suoi cinque piccoli, perché l’amore a cerchio di vita tra nonni e nipoti è meraviglioso, e la trasmissione della memoria purtroppo si è spezzata. Così i nostri ragazzi pensano di essere la prima generazione che ha ostacoli davanti a sé; e non sa quali sacrifici oggi inimmaginabili hanno fatto le generazioni delle due guerre mondiali e della Ricostruzione.
In sintesi: il 14 luglio 1948 un estremista di destra spara a Togliatti, prima di svenire il leader del Pci fa in tempo a mormorare un’indicazione politica – «Non perdete la testa» —, Stalin stesso non vuole l’insurrezione, ma gli operai comunisti prendono le armi, la Fiat è occupata, si contano i primi morti negli scontri. Secondo la leggenda, Alcide De Gasperi telefona a Gino Bartali, militante della Dc e dell’Azione cattolica, che sta correndo il Tour de France ma è staccatissimo dalla maglia gialla Louison Bobet, e gli chiede l’impresa. Non sapremo mai se quella telefonata ci sia stata davvero o no. L’ho chiesto a una donna straordinaria, Maria Romana De Gasperi, primogenita dell’allora presidente del Consiglio, che gli faceva un po’ da assistente. Non lo sa neanche lei. Fatto sta che Gino Bartali fa l’impresa. Recupera venti minuti a Bobet sull’Izoard, stacca anche Jean Robic detto Testa di Vetro, si impone pure nelle due tappe successive, e vince clamorosamente il Tour de France a 34 anni, dieci dopo la sua prima vittoria.
La rivoluzione non ci sarebbe stata lo stesso. Ma la grande vittoria di Bartali contribuì a calmare gli animi. Le passioni popolari erano intrecciate. Il ciclismo era lo sport nazionale; perché tutti andavano in bicicletta. Sui muri si scriveva «Viva Bartali democristiano», «Viva Coppi comunista». Fake news: anche Coppi era democristiano, firmò pure un appello a votare Dc; ma in quanto separato sarà considerato un reprobo.