Robinson, 1 giugno 2019
X-men mutanti e diversi
X-Men mutanti e “diversi"Sta per arrivare sugli schermi” Dark Phoenix”, il decimo film dedicato ai” supereroi più strani di tutti” come recitava Stan Lee nel 1969 sul primo numero del fumetto. Ma perché sono sempre più attuali?
La storia del fumetto è fatta di coppie: Joe Shuster e Jerry Siegel nel 1938 crearono Superman, il primo supereroe; l’anno successivo Bob Kane e Bill Finger crearono Batman, Stan Lee e Steve Ditko nel 1962 inventarono Spiderman, il primo” supereroe con superproblemi”, sempre Stan Lee insieme a Jack Kirby nel 1963 crearono gli X- Men, un gruppo di adolescenti che però non erano supereroi, ovvero personaggi che di loro volontà avevano deciso di combattere i” cattivi”, ma mutanti. Un fumetto più complesso degli altri per quello che inevitabilmente significava dal punto di vista simbolico: nei mutanti si potevano vedere i “diversi” di ogni tipo che venivano perseguitati per motivi che potevano andare dal colore della pelle alle attitudini sessuali. Alcune figure sono particolarmente significative: Magneto, capo dei “mutanti cattivi” che si contrappongono agli X- Men infatti è un ex- internato in un campo di concentramento dai nazisti che decide di non soggiacere alla razza umana che, a sua volta, impaurita dai poteri dei mutanti fa di tutto per confinarli, combatterli, imprigionarli. Gli X- Men del professor Charles Xavier invece cercano attraverso mille difficoltà di portare avanti un’altra strada: quella della convivenza. Tutto questo ovviamente ci ricorda qualcosa di molto vicino a noi e questo spiega il costante successo dei personaggi che dalla carta stampata sono da tempo arrivati al cinema con una saga di ben nove film di grandissimo successo: il decimo, Dark Phoenix, è in uscita il 6 giugno. Ma torniamo alle coppie. Dopo il successo degli esordi le storie degli X- Men cominciano a perdere smalto finché nel 1975 con un albo ormai celebre intitolato Seconda genesi vengono completamente rifondati inizialmente da Len Wein ( storia) e Dave Cockrum ( disegni) per poi passare immediatamente al magico duo Chris Claremont (storie) e John Byrne (disegni): vengono introdotti nuovi X- Men, il più famoso dei quali sarà Wolverine che infatti avrà presto una serie a sé stante a cui nei tempi recenti seguono una serie di (ottimi) film. Non solo: i personaggi storici come Jean Grey ( l’avevamo conosciuta come un’adolescente con poteri telepatici) vengono sottoposti a radicali cambiamenti. Tra questi quello in cui si trasforma in Fenice, un’entità potentissima e incontrollabile che darà origine a uno dei più importanti cicli di storie della Marvel che adesso è diventato un film. Che, come tutti i film, pur seguendo un canovaccio legato alle storie originali, di fatto introduce elementi e personaggi diversi rispetto agli originali. C’è un’ultima grande coppia nel mondo degli X- Men che va ricordata: quella di Nuovi X- Men ( 2001) che di fatto li riporta nella contemporaneità con storie dal background più esplicitamente politico quali E come Extinzione: il duo composto da Grant Morrison ( storie) e Frank Quitely ( disegni). «Sta emergendo una nuova generazione di mutanti. Verranno chiamati mostri, aberrazioni genetiche, verranno scherniti, temuti, adulati, rifiutati, accusati di rubare il lavoro agli umani e persino di mangiarne il cibo» recita il testo del primo episodio con cui si presentano al mondo in New X-Men 114 nel 2001. Ma chi sono dunque gli X- Men? «Semplice. Sono un gruppo di adolescenti» : lo racconta Frank Quitely che da buon scozzese sembra apprezzare una birra italiana artigianale nei bellissimi spazi del Mattatoio di Roma in occasione di Arf!, il festival del fumetto” d’essai” giunto alla sua quinta edizione. «Quando ho iniziato a lavorare sugli X- Men Grant Morrison mi ha detto di pensarla come una soap opera che si svolge in una scuola. La sua rivoluzione è stata soprattutto nell’approfondire la psicologia dei personaggi. La mia storia preferita? Quella in cui gli studenti della scuola si ribellano agli insegnanti».Sono di Quietly le uniformi con la grande” X” fluo indossate dagli X-Men nel nuovo film: «Peccato che non abbia visto un soldo di royalties», racconta. Ma quali sono dunque i rapporti tra fumetto e cinema? «Non c’è nessun rapporto» spiega ridendo, «quando lavori sotto licenza editoriale funziona così: tu non hai alcun diritto perché sono personaggi creati da altri. Vieni pagato a pagina e hai delle royalties solo se la serie ha un enorme successo ma anche se i personaggi utilizzano un design specifico come in questo caso non puoi vantare alcun diritto». In realtà in alcuni casi i soldi non vanno neppure agli autori originali come nel clamoroso caso dei creatori di Superman Shuster e Siegel e come per Ditko e Kirby con Stan Lee.A proposito mai conosciuto? «Quando i nostri X- Men hanno iniziato a vendere molto a me e Grant è arrivata una lettera di complimenti con le sue tipiche frasi tipo” Excelsior!”. Una volta eravamo a una convention ma io ero stato messo molto lontano, forse perché non ero abbastanza bravo ( ride)». Ma perché gli autori dei fumetti non vengono quasi mai consultati? Spesso succede che le trame del fumetto siano molto migliori di quelle dei film... «La gente di Hollywood non sente il bisogno di chiedere qualcosa agli autori di fumetti: si ritiene superiore. Il creatore di Judge Dredd, John Wagner, ha chiesto di partecipare alla sceneggiatura per il film con Stallone ma ha rinunciato quando gli hanno offerto una paga che era un decimo di quella degli altri sceneggiatori! Poi ci sono anche degli estimatori...». Uno di questi sembra essere Simon Kinberg, regista di Dark Phoenix: «Amo gli X-Men, sono cresciuto leggendo i fumetti Marvel e questo film è molto più duro, realistico e complesso degli altri dal punto di vista psicologico perché Jean Grey, nel suo diventare la creatura distruttiva chiamata Fenice si trova a lottare contro la sua parte oscura. La minaccia quindi non è più esterna, è interiore: la salvezza? Si trova nella sua famiglia, ovvero i suoi amici».Un film scuro per tempi oscuri come dice Michael Fassbender che interpreta l’affascinante e inquieto Magneto: «I ragazzi oggi si sentono fuori posto, emarginati, proprio come i protagonisti del film e questo fa paura. Ma io sono ottimista e credo che le nuove generazioni sapranno reagire a questo senso di paura e divisione che oggi ci attanaglia». Excelsior? Oggi no. Domani forse.