Corriere della Sera, 5 giugno 2019
Gli insulti social ad Avetrana
Cambiare si può. Possono farlo i singoli ma anche quei corpi collettivi che chiamiamo comunità. Alzi la mano chi, «Storie maledette» di Franca Leosini a parte, aveva più sentito parlare di Avetrana da quando la parola fine al triste giallo di Sarah Scazzi era stata scritta dalla Cassazione. Silenzio e oblio, come una lastra di piombo, su quel paesino pugliese sepolto tra gli ulivi e fotografato per sempre, certo a torto, solo come patria noir di zio Michele e zia Cosima, quinta del delirio funesto di Sabrina ma, soprattutto, terra delle bocche cucite, dove tanti sapevano e nessuno ha mai fiatato, dove omertà e complicità hanno contribuito alla fine infame di una ragazzina di 15 anni. Beh, esiste un’altra Avetrana, che si scrolla così di dosso la banalità dei suoi mostri e dei nostri stereotipi. All’alba di domenica arrivano (a vela) 73 profughi pakistani sulla spiaggia di Torre Colimena: uno sbarco di quelli cosiddetti «fantasma», che sfuggono alle statistiche del Viminale e al mantra dei porti chiusi. E gli avetranesi, guidati dal loro vicesindaco Alessandro Scarciglia (da sempre uomo di destra, in un paese che alla Lega ha tributato il 23 per cento alle elezioni e al centrodestra un voto su due), non solo si accollano una responsabilità amministrativa non loro (la spiaggia, benché a soli 5 chilometri da Avetrana, ricade sotto il Comune di Manduria); non solo accolgono a braccia spalancate i profughi sistemandoli temporaneamente al campo sportivo con bagni e docce decenti per tutti; ma fanno gara di solidarietà: chi porta il latte ai bambini, chi il pane e il companatico. Il signor D’Ippolito offre pasta asciutta, Eurocasa piatti, bicchieri e posate perché quelle sono persone e devono mangiare con dignità, le mamme del paese scarpe e tute. Naturalmente la legione degli imbecilli è sempre alla tastiera, pronta a buttare in fazione anche una bella storia, sicché le pagine social di Scarciglia vengono subito inondate di insulti («Badoglio», di recente rinverdito da Forza Nuova, è l’epiteto per traditore: «I comunisti ti battono le mani, Salvini e Meloni ti stroncheranno la carriera politica»). Il vicesindaco fa spallucce, «di destra sempre, razzista mai». I profughi sono già trasferiti all’hotspot di Taranto: quando racconteranno di Avetrana non sapranno nulla di orchi, semmai di angeli.