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 2019  giugno 05 Mercoledì calendario

Il prato sul tetto

Il verde in alto, vicinissimo al cielo. Prati, giardini, filari di alberi e orti in cima agli edifici. Non è architettura stravagante, né l’ennesimo frivolo tentativo di addomesticare la natura. Il verde sui tetti è una delle soluzioni (forse la più semplice e immediata) che le città dovrebbero adottare per contrastare l’inquinamento.
Dieci anni fa, uno studio condotto a Detroit dimostrava che la copertura a prato di tutti i tetti piatti della città aveva il potere di neutralizzare gli scarichi di tutti i camion in circolazione per un anno. Ricerche sui giardini pensili hanno portato, negli anni, alle stesse conclusioni: il verde in quota è taumaturgico e ricuce (almeno in parte) l’equilibrio ambientale compromesso.
L’effetto non è solo una riduzione dell’inquinamento. È oramai provato che i tetti verdi producano anche mitigazione termica, arrivando ad abbassare di un paio di gradi la temperatura delle case vicine, con notevole impatto sul fenomeno urbano delle isole di calore. Inoltre, trattenendo l’acqua piovana, riducono il sovraccarico delle reti fognarie in caso di piogge intense – diventate la norma, dopo lunghi mesi di siccità.
A Detroit
La copertura a prato di tutti i tetti piatti neutralizza gli scarichi dei camion per un anno
Di tetti verdi si parla venerdì 14 in occasione del Festival dell’Energia che si tiene in Triennale a Milano, al workshop «Green roof and energy efficiency», curato dal Resilient office department del Comune di Milano. Sotto i riflettori le esperienze di Parigi e Rotterdam e un confronto con le prospettive future del capoluogo lombardo. Parigi ha già lanciato la sfida: ha dichiarato che entro il 2020 arriverà ad avere 100 ettari di copertura verde sui tetti (obiettivo vicino: la capitale francese è oggi a quota 76 ettari). Ha inoltre avviato uno studio su 30 tetti affacciati in zone di traffico pesante per avere dati sul raffreddamento della città, sull’effettivo abbattimento dell’emissioni di carbonio e per misurare l’impatto sulla biodiversità. Virtuosa anche l’esperienza olandese: Rotterdam ha pianificato da tempo oltre al verde pensile (ha circa 200 mila tetti erbosi) anche un sistema di stoccaggio dell’acqua piovana per difendersi da inondazioni provocate dai cambiamenti climatici.
Non solo Europa. In Canada, Vancouver e Montreal guidano la nuova svolta ecologista: in alcuni quartieri della città del Québec è stato perfino modificato il regolamento urbano per autorizzare l’agricoltura in cima agli edifici e permettere la vendita di frutta e ortaggi coltivati sui tetti.
New York? Non si è fatta attendere: con una mossa coraggiosa, il sindaco Bill de Blasio ha imposto, un mese fa, una nuova legislazione che impone ai grattacieli, responsabili di oltre due terzi delle emissioni totali di anidride carbonica, di rendersi più sostenibili. L’obbligo è di ridurre le loro emissioni del 40% entro il 2030. Il risultato sarà sorprendente: è stato calcolato che equivarrà a eliminare un milione di auto dalle strade.