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 2019  giugno 04 Martedì calendario

Intervista a Levante sul nuovo album ’Magmamemoria’


Levante, il pop impegnato“Chi ha una voce la usi”Alice Castagneri
Nostalgia e ricordi, uno sguardo al passato e uno al futuro: Magmamemoria, il nuovo album di Levante – che uscirà in autunno – sarà un fluire tra ieri e domani. Lo si capisce anche da Andrà tutto bene, primo singolo di questa nuova avventura, che racconta appunto di un futuro senza memoria. Per la cantautrice pop, dopo un’estate in tour nelle arene storiche italiane, il 23 novembre arriverà il momento di salire sul palco del Forum di Assago, per la sua prima volta in un palazzetto. 
«Andrà tutto bene» è un mantra che si ripete spesso?«Me l’hanno detto sovente negli ultimi anni. Nella canzone è un appiglio al quale cerco di aggrapparmi dopo un elenco apocalittico di drammi che purtroppo non mi sono inventata. Quello che sta accadendo intorno a noi mi preoccupa». Si è perso il desiderio della rivoluzione?«Ricordo una me più giovane circondata da persone che volevano fare la differenza, che scendevano in piazza. Forse crescendo si diventa più disillusi, si perde la voglia di combattere».Nel pop manca un impegno del genere?«Sì, e mi dispiace. Quando hai una voce forte devi farla sentire. Hai il dovere di lanciare messaggi importanti soprattutto in un momento in cui mancano punti di riferimento». Pensa molto al futuro?«Penso più al passato. Senza guardare indietro non si può andare avanti, il passato ci aiuta a non commettere gli stessi errori. Ma sembra che l’Italia oggi non riesca più a ricordare. Forse a molti non è stata insegnata la gravità di un gesto fascista». «Magmamemoria» è pieno di ricordi?«Ci sono tanti ricordi d’infanzia e tanta Sicilia».Perché «Magmamemoria»?«È un neologismo che ho creato per definire il mio sguardo malinconico. Volevo utilizzare un linguaggio e una grammatica visiva che riportassero subito alla mia terra, alle mie radici».Come si sente all’idea di debuttare in un palazzetto?«Strana, anche se i palazzetti oggi non sono un traguardo così inarrivabile. Gli artisti degli Anni 90 arrivavano a fare un palazzetto dopo anni, ma oggi la visione del live è cambiata. Il Forum nella mia testa non è una festa per concludere il tour estivo, ma un grande inizio». Ha già in mente anche il suo terzo romanzo?«Sì, ci sto pensando ora. Non riesco più a fermarmi».In Italia le cantautrici come lei sono poche: come mai?«Prima di tutto, sono poche numericamente rispetto alle interpreti. E poi, la differenza la fa la canzone. Di me, fino ai 25 anni, non si è accorto nessuno. Con Alfonso mi si è aperto un mondo. Puoi scrivere tutte le poesie che vuoi, ma se non parli alle persone nessuno ti ascolterà».Che cosa intende?«Siamo tantissimi a fare musica e come direbbe Ligabue: tutti vogliono viaggiare in prima. Però, ci riesce solo chi arriva alla gente. Non parlo a tutti perché farei altri numeri. Ma quei tutti ai quali parlo mi somigliano e sono contenta così».Le hanno mai rivolto cori sessisti durante un concerto?«No, per fortuna. Perché fermerei il concerto. Dobbiamo liberarci da certi retaggi culturali. Una donna non può essere penalizzata per vanità o aspetto».Il vescovo di Lecce le ha vietato di cantare in piazza, ha giudicato i suoi testi irriverenti.«Devo bocciare la Curia di Lecce per incomprensione del testo. Il brano paragona il calvario di Gesù a quello di una donna maltrattata. Non è blasfemo. Il titolo è d’impatto, ma ascoltandolo si capisce che è un pezzo contro la violenza sulle donne. È stato un gesto antidemocratico».Due anni fa ha fatto il giudice a X Factor: la tv non la attira?«È stata una bella esperienza. Ma mi sono sentita un pesce fuor d’acqua. Le tv ti vuole diretta, pungente. Ero troppo lenta». E il cinema?«Vorrei scrivere una sceneggiatura o una colonna sonora. E recitare, fare un cameo».